Di Gianluigi Paragone
Costringere i cittadini a mettersi in fila ogni 3-4 mesi per ricevere una nuova somministrazione non è pensabile. Dopo i tanti allarmi già lanciati nei mesi scorsi da virologi ed esperti di tutto il mondo, a prendere posizione è stata anche l’Ema, l’Agenzia per il farmaco europea, che per bocca del capo della strategia vaccinale Marco Cavaleri è intervenuta sulla questione auspicando un rapido cambiamento nelle strategie attuate dai governi di tutto il mondo. “Non possiamo continuare con booster ogni 3-4 mesi – ha spiegato Cavaleri – Non abbiamo ancora dati sulla quarta dose per poterci esprimere, ma ci preoccupa una strategia che prevede di andare avanti con le vaccinazioni a distanza di poco tempo.
“Sta emergendo il confronto su una seconda dose di richiamo (quarta dose, ndr) con gli stessi vaccini attualmente in uso – ha aggiunto Cavaleri – Non sono stati ancora generati dati a sostegno di questo approccio. Tuttavia mentre l’uso di una quarta dose potrebbe essere considerato parte di una piano di contingenza, le vaccinazioni ripetute a breve tempo di distanza non rappresenterebbero una strategia sostenibile a lungo termine”. Secondo Cavalieri, “gli antivirali orali ed endovenosi come Paxlovid e remdesivir mantengono la loro efficacia contro la variante Omicron e possono aiutare a limitare il carico di malattia associato a questa variante, che sta diventando dominante. Gli studi da Sudafrica, Gran Bretagna e da alcuni Paesi europei mostrano che il rischio di essere ricoverato dopo il contagio con Omicron è di circa la metà rispetto alla variante Delta. La situazione epidemiologica nell’Unione europea continua comunque a essere molto preoccupante”.
Tratto da: Il paragone.it