Sentenza in abbreviato per gli imputati dell’inchiesta sul narcotraffico e gli affari della Locride condotta dall’aggiunto Giuseppe Lombardo
L’avevano chiamata “European ’Ndrangheta connection” l’operazione, anche nota come “Pollino”, che lo scorso dicembre aveva portato all’arresto, su richiesta della Dda di Reggio Calabria, di 90 persone accusate di associazione mafiosa e narcotraffico. Nella giornata di oggi, nell’aula bunker, si è concluso il processo in primo grado per quegli imputati che avevano scelto il rito abbreviato.
Il gup Vincenzo Quaranta ha riconosciuto la correttezza dell’impianto accusatorio della Procura, rappresentata dal procuratore aggiunto Giuseppe Lombardo, con l’emissione di condanne che variano dai 2 ai 20 anni di carcere nei confronti ad appartenenti delle cosche Pelle-Vottari-Romeo di San Luca, Cua-Ietto di Natile di Careri e Ursini di Gioiosa Jonica.
In totale vi sono state 34 condanne ed 8 assoluzioni, sei delle quali erano state chieste dai pm nel corso della requisitoria. Nove sono gli imputati condannati a 20 anni di reclusione. Si tratta di Natale Condò, Antonio Calogero Costadura, Giovanni Gentile, Antonio Pelle, Domenico Pelle (classe 1992), Francesco Pelle, Domenico Romeo, Francesco Luca Romeo e Giuseppe Romeo (20 anni). Pene pesanti anche per gli altri imputati giudicati colpevoli dal gup che, invece, ha assolto: Katia Annunziata, Domenico Antonio Jerinò, Rocco Jerinò, Sebastiano Romeo (di 41 anni), Sebastiano Strangio, Giuseppe Strangio (di 61 anni) e Santa Ursini. E’ stato infine dichiarato il non luogo a procedere per Rosario Grasso.
Nell’inchiesta era emerso un vasto traffico internazionale di droga (circa due tonnellate di cocaina) che, dal Sudamerica, arrivava in Europa attraverso i porti di Anversa e Rotterdam per poi viaggiare su gomma grazie anche alla collaborazione di gruppi criminali turchi che mettevano a disposizione veicoli con il doppiofondo per il trasporto delle sostanze stupefacenti. Il carico, una volta giunto in Italia, veniva lasciato ai corrieri calabresi.
I proventi dalla vendita della droga a loro volta venivano riciclati e reinvestiti in pizzerie e bar che la ‘Ndrangheta gestisce nel nord Europa e che in realtà, stando alle indagini del procuratore aggiunto Lombardo e del pm Simona Ferraiuolo, fungevano da supporto logistico ai traffici di droga proveniente dalla Colombia e dal Costa Rica.
L’operazione, che aveva visto la Dea e le polizie europee collaborare con gli investigatori italiani, ha fotografato i contatti tra la ‘Ndrangheta e altre associazioni mafiose come quella casertana guidata da Giulio Fabio Rubino. Anche lui è stato condannato a 10 anni e 6 mesi di carcere.
Tratto da: Antimafiaduemila
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