Manovra economica, PNRR, tensioni tra partiti di maggioranza e ministri insoddisfacenti: si fa strada la tentazione di un clamoroso addio a Palazzo Chigi
Mario Draghi starebbe meditando di lasciare il ruolo di Presidente del Consiglio, ufficialmente stufo di dover mediare tra i mal di pancia delle diverse forze politiche che costituiscono la sua maggioranza: la più ampia della storia della Repubblica, ma anche, inevitabilmente, la meno coesa. Ma sotto sotto forse potrebbero in parte pesare anche le inaspettate problematiche relative alle questione della protesta contro il green pass, soprattutto la patata bollente relativa a Trieste. A pubblicare il clamoroso retroscena è Dagospia, che peraltro già da qualche tempo scrive di un Draghi poco contento di rimanere a Palazzo Chigi.
Proprio le fibrillazioni interne alle forze che sostengono il Governo hanno provocato un ritardo nella consegna della bozza di manovra economica alla Commissione europea: doveva accadere entro il 15 ottobre, come per tutti i Paesi dell’Eurozona, ma il tira e molla sui “provvedimenti-bandiera”, dal Reddito di cittadinanza a Quota 100, ha costretto l’Italia a sforare i termini, cosa che ha particolarmente infastidito il Premier, noto per la sua rigorosità.
A turbare ulteriormente i sonni di Draghi è una gestione non impeccabile del piano PNRR, pertanto, scrive Dagospia, il Presidente starebbe meditando di sostituire il sottosegretario Roberto Garofoli (che sta gestendo il dossier) con il suo consigliere giuridico Marco D’Alberti.
Considerato come “inviato dall’Europa” a salvare l’Italia, Draghi non ha nessuna intenzione di fare brutta figura nei confronti dell’UE, ma anche sul fronte interno ci sono diversi grattacapi: in primo luogo le bizze dei partiti (dall’ambiguità della Lega a una Forza Italia balcanizzata in più correnti), ma anche quelle di alcuni ministri, come Enrico Giovannini (Infrastrutture), che sempre secondo i rumors non starebbero affatto soddisfacendo l’esigente Presidente che li ha scelti personalmente.
Ce n’è pure per il direttore generale del Mef, Alessandro Rivera, che Draghi accuserebbe di essere il responsabile del fallimento dell’operazione Monte dei Paschi di Siena-Unicredit, di strategica importanza sia economica che politica.
Queste le premesse per una “settimana decisiva” per il futuro di Draghi che, indicato da molti come il candidato più autorevole per la Presidenza della Repubblica, potrebbe lasciare anzitempo il suo mandato da Presidente del Consiglio.
Tratto da: Affaritaliani
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