Secondo alcune fonti Draghi avrebbe deciso
Di Gianluigi Paragone
Un Mario Draghi nervoso, stanco di vedere la propria maggioranza perennemenete divisa, di recente spaccata anche sulla riforma del catasto. E probabilmente è ancora piccato per come il suo sogno di arrivare al Colle si è bruscamente interrotto; proprio quando nessuno vedeva più ostacoli tra l’attuale premier e la presidenza della Repubblica. E così, udite udite, l’ex numero uno della Bce starebbe addirittura pensando di staccare la spina, di rassegnare le dimissioni in anticipo e porre così la parola fine alla legislatura in corso. L’indiscrezione è stata pubblicata dalla testata Affari Italiani, secondo la quale a preoccupare Draghi è soprattutto uno dei prossimi appuntamenti, quello con la legge di Bilancio. Con queste premesse, secondo il premier, scriverla sarebbe impossibile, vista l’altissima litigiosità che contraddistingue il suo esecutivo. L’immagine, agli occhi degli italiani, sarebbe pessima; un presidente del Consiglio incapace di tenere unito il governo in un momento delicatissimo, con una pandemia appena alle spalle e una guerra in corso.
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Da qui, secondo Affari Italiani, l’idea; anticipare la legge di Bilancio a luglio e poi rappresentare le dimissioni, con una data già fissata per l’occasione: i primi giorni di agosto. Draghi potrebbe fare la sua mossa subito dopo il secondo turno delle elezioni amministrative; con l’obiettivo di portare a uno scioglimento delle Camere a Ferragosto, per poi indire elezioni in autunno. Gli obiettivi del Pnrr, il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, verrebbero spostati in avanti, con il nuovo esecutivo che si ritroverebbe a quel punto tra le mani la patata bollente che Draghi sta evitando a tutti i costi: la riforma delle pensioni. Ovviamente, se la previsione delle dimissioni dovvesse essere corretto, non ci sarebbe il tempo di cambiare la legge elettorale e si andrebbe alle urne con l’attuale Rosatellum. (Ilparagone.it)
Ora una domanda sorge spontanea; siamo veramente di fronte a un Draghi stanco delle divisioni nella maggioranza e pronto a mollare le “patate bollenti”? Oppure di un Draghi che utilizza l’arma del ricatto nei confronti delle forse politiche? Far saltare il governo appena prima della conclusione della legisltura. Lo scopriremo nelle prossime settimane.
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