Di Aaron Pettinari
Proseguono a spron battente le audizioni in Commissione parlamentare antimafia per ricostruire la genesi di quell’emorragia nelle carceri italiane con cui numerosi detenuti, tra 41 bis ed Alta sicurezza, hanno ottenuto i domiciliari durante il periodo d’emergenza del coronavirus. La scorsa settimana un approfondimento era stato fatto sulla famosa circolare del 21 marzo, trasmessa per conto del Direttore generale Romano a tutti i penitenziari italiani, con un oggetto generico “Segnalazione all’autorità giudiziaria”. Sul punto è stata audita proprio la funzionaria Assunta Borzacchiello, che firmò il documento in cui si invitava a comunicare “con solerzia alla Autorità giudiziaria, per le eventuali determinazioni di competenza”, il nominativo di quei detenuti che hanno più di 70 anni e sono affetti da determinate patologie.In quella circolare si specificava anche che l’elenco di “patologie/condizione cui è possibile riconnettere un elevato rischio di complicanze” era stato trasmesso in una nota del 19 marzo 2020 dal direttore della U.O.C. Medicina protetta – Malattie infettive del Presidio ospedaliero Belcolle di Viterbo. E ieri in Commissione antimafia è stato sentito proprio il direttore del reparto, Giulio Starnini che ha spiegato: “C’era concreto timore da parte mia e anche di Montesanti (direttore dell’Ufficio Servizi sanitari del Dap) e di Romano (allora direttore generale dell’Ufficio detenuti e trattamento del Dap) che una pandemia del genere, oltre a compromettere la salute della popolazione detenuta e degli agenti della penitenziaria, potesse compromettere ancora di più la salute pubblica”.Starnini, che ha spiegato di avere una collaborazione strutturata con l’amministrazione penitenziaria, ha sottolineato di aver mandato “una bozza di patologie a Romano” che poi “mi ha chiesto di formalizzare” l’elenco. “Mi è stato chiesto di fare un elenco oggettivo delle patologie” a rischio nell’ambito dell’emergenza Covid, ha detto ancora Starnini. Secondo Starnini “gli istituti penitenziari non sono luoghi adatti a contenere il Covid o assicurare quelle precauzioni e terapie adeguate” mentre invece “i reparti di medicina protetta sono reparti ospedalieri”. “Le carceri sono comunità a rischio perché hanno affollamento e promiscuità”, ha aggiunto Starnini per poi ribadire che “non mi sono mai state chieste valutazioni sul 41 bis e se mi chiedete se avessi pensato a conseguenze sul 41 bis, rispondo di no”. Audizioni Di Matteo e ArditaDurante la seduta il presidente della Commissione parlamentare Antimafia, Nicola Morra ha anche annunciato “l’intenzione di sentire la prossima settimana i magistrati Nino Di Matteo, Sebastiano Ardita, ma anche di Giulio Romano“. Di fronte alle richieste dei membri della Commissione Gianluca Cantalamessa (Lega), Wanda Ferro (Fdi), Michele Giarrusso (Misto) e Luigi Vitali (Fi) sul calendario dei lavori e delle audizioni, Morra ha sottolineato che “è stato già ribadito che si è decisa l’audizione di Di Matteo e non è stato ancora effettuato l’ufficio di presidenza che dovrà valutare, come io proporrò, di sentire Ardita”. L’opportunità di sentire il consigliere togato di Autonomia & Indipendenza, ha detto Morra, viene rilevata in considerazione delle “sue dichiarazioni ribadite in un’intervista”. Per quanto riguarda, invece, la convocazione di Giulio Romano, ex direttore generale detenuti e trattamento del Dap dimessosi lo scorso maggio proprio per le polemiche sulla vicenda scarcerazioni (così come avvenne per l’allora capo del Dap Francesco Basentini), vi sono ulteriori aspetti che vanno approfonditi.Alcuni commissari, come Giarrusso e Cantalamessa, hanno evidenziato alcune anomalie. “Mi risulta che Romano sia a lavorare nonostante le dimissioni date e ciò è anomalo”, ha detto Giarrusso. Il presidente della Commissione Antimafia Morra, nel ribadire la volontà di audire Romano ha aggiunto: “Anche io sono stato colto di sorpresa” perché è “strano riscontrare, dopo le notizie di dimissioni dal Dap del magistrato, come ancora vengano prodotti documenti a sua firma che hanno valore ineccepibile”.
Tratto da: Antimafiaduemila
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