Paolo Becchi, intervenuto a Byoblu24, teme il graduale scivolamento verso una dittatura, con il nostro stesso consenso. Secondo il filosofo del Diritto stiamo perdendo tutte le nostre libertà, giorno dopo giorno. La legge va rispettata, ma va rispettato anche il diritto di critica: mai come oggi qualunque opinione dissenziente viene diffidata e mette a rischio chi la esprime e chi ne permette la diffusione. Ed è paradossale, perché perfino tra gli scienziati non vi è consenso unanime su quanto sta succedendo, specialmente in Lombardia. Di contro, questa corsa ad invocare restrizioni sempre più asfissianti rischia, per salvarci da un’infezione, di infettare la democrazia stessa, che in Italia è già stata già chiusa: le opposizioni non ci sono e non chiedono conto al Governo delle sue misure, mentre all’estero i parlamenti sono perfettamente funzionanti. In Germania, ad esempio, è in corso un ampio dibattito sul bilanciamento tra la libertà e il diritto alla salute. Perché da noi è impossibile? Il vero danno che stiamo subendo è quello mentale: abbiamo imparato a guardare al nostro vicino di casa come a un nemico. Il trionfo del neoliberismo che ha bisogno di individui in continua competizione. Becchi non ci sta a vivere in uno “Stato terapeutico”, che si arroga il diritto di scegliere chi deve vivere e chi può essere abbandonato. Uno Stato dove non esiste neanche più il rispetto per i cari estinti, trasportati via di notte, su camionette militari, sottratti all’abbraccio dei loro cari. E mentre in Israele si sperimentano tecnologie di tracciamento di massa che individuano e puniscono chi si sposta al di fuori dei perimetri consentiti, stiamo tutti assistendo ad una trasformazione in cui da vittime di un agente patogeno, ci trasformiamo noi stessi in virus da estinguere.
Fonte: ByoBlu24
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