Di Jamil El Sadi
Corruzione, congiure, ricatti, prelati in affari con faccendieri spregiudicati e servizi segreti nella nuova inchiesta di “Report”
Da anni Papa Francesco sta dimostrando di essere un pontefice diverso dai predecessori, a tratti rivoluzionario. Tra le tante battaglie intestine alla Santa sede una in particolare lo sta rendendo sempre più “scomodo” a certi sistemi di potere. Appena insediatosi il Santo Padre ha cercato di portare trasparenza nei conti della Santa Sede. Ma fin da subito la resistenza interna – e ancora oggi – continua a essere forte: troppi sono gli interessi finanziari in ballo.
Ed è proprio sul connubio tra il mondo ecclesiastico (spirituale), quello politico e quello economico-finanziario che verte l’inchiesta esclusiva di Report, condotto da Sigfrido Rannucci, andata in onda due sera fa su Rai3. Un’indagine che ha cercato di ricostruire e documentare alcuni recenti scandali all’ombra del Cupolone che non si sono fermati nemmeno dinnanzi ai Santi.
Da quanto emerge dall’inchiesta della trasmissione realizzata da Giorgio Mottola, infatti, all’interno della Congregazione per le cause dei santi – la commissione vaticana che gestisce i processi di canonizzazione – un alto funzionario avrebbe chiesto una tangente per avviare il processo di beatificazione di un candidato molto noto e amato: Aldo Moro. Una vicenda avvenuta mentre il prefetto della Congregazione per le cause dei santi era il cardinale Giovanni Angelo Becciu: ex sostituto della Segreteria di Stato (dimessosi lo scorso settembre dopo le accuse di peculato). Stando all’inchiesta, purtroppo, al di là degli esami e degli studi filosofici, miracolistici e storici del soggetto da beatificare, sono necessari un buon postulatore e, a volte, ingenti somme di denaro. I miracoli non bastano.
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Inoltre, sempre grazie all’utilizzo di documentazione inedita e testimonianze esclusive, Report ha anche ricostruito gli investimenti finanziari realizzati dalla Segreteria di Stato negli ultimi anni. Questa seconda pista investigativa è partita dall’acquisto degli ex magazzini Harrod’s di Londra, un palazzo costato alla Santa Sede oltre 400 milioni di euro e che oggi varrebbe non più di 290 milioni. Ma è il lato oscuro della faccenda che lascia sbigottiti. Dietro agli investimenti opachi, realizzati con i soldi dei fedeli, si nasconderebbero uomini d’affari spregiudicati, faccendieri, religiosi corrotti e una guerra all’interno dei servizi segreti italiani collegata, probabilmente, anche alla caduta del Governo Conte II.
Insomma, il servizio di Report restituisce bene l’idea dell’ambiente che si trova all’interno delle stanze vaticane: tra fabbriche di Santi e broker; investimenti di milioni di euro di patrimonio della Santa Sede e scalate spericolate di banche; congiure e ricatti; prelati in affari con faccendieri spregiudicati e in contatto con i servizi segreti. Una Chiesa ancora troppo scandalosa che conferma sempre più la sua entità in quanto sistema di potere e sempre meno “dimora del Signore”. Il Vaticano è, per molte ragioni, la medesima scandalosa Santa Sede che denunciava Giordano Bruno – uno dei più grandi filosofi italiani del XVI secolo – bruciato della Chiesa stessa il 16 febbraio del 1600 presso Campo dei Fiori a Roma. “La religione […] ed in particolare quella cattolica romana – diceva Bruno – deve cambiare, ritornare alle origini, deve essere strumento di fratellanza e convivenza civile tra gli uomini e non centro di potere”.
Ed è proprio alla luce di questi scandali che risultano di vitale importanza inchieste come quella realizzata da Report, affinché venga fatta luce sugli affari e i rapporti di potere dello Stato Vaticano (ancora troppo taciuti); e affinché si prendano le giuste distanze (per chi è credente) da una Chiesa lontana dagli ultimi, dai dimenticati, e fin troppo vicina ai ricchi e ai potenti. “La chiesa non è questa – ha commentato Sigfrido Rannucci durante il programma –, non può essere macchiata dal comportamento di quattro persone. Per fortuna la chiesa di Bergoglio ha mostrato i suoi anticorpi. Abbiamo bisogno di una Chiesa che raccoglie i cocci di un’umanità che esce disgregata dal virus, abbiamo bisogno di una Chiesa che si prenda cura dei più fragili e di coloro che abitano alla periferia del cuore”.
Tratto da: Antimafiaduemila
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