Di Alessandro Di Porzio
Il consumo del suolo è un problema nazionale, ma questa città molto importante è la prima in classifica.
Costruire sempre nuovi edifici ha conseguenze molto gravi per l’ambiente. I terreni agricoli si occupano di:
- assorbire l’acqua piovana e ridurre i rischi di frana e inondazioni
- ridurre e riconvertire la CO2
- assicurare l’indipendenza alimentare
Nell’ultimo rapporto sul consumo del suolo si è arrivato a stimare il danno ambientale in 8 miliardi. In questa cifra rientrano i danni causati da:
- riduzione nella produzione agricola che viene stimata in 4 milioni e 150 mila quintali di prodotti agricoli
- 360 milioni di metri cubi di acqua piovana che non raggiungono le falde acquifere, inasprendo siccità e violenti temporali
- riduzione drammatica delle capacità di stoccaggio della CO2 del suolo, lasciando nell’atmosfera l’equivalente di CO2 prodotto da un milione di auto con una percorrenza media di 11.200 km l’anno dal 2012 al 2020.
Qual è la città che ha consumato più suolo?
In molte delle città italiane più grandi si è continuato a costruire e ridurre la quantità di suolo che potrebbe aiutare la città a combattere le conseguenze del cambiamento climatico. Complessivamente, l’Italia ha perso 1.153 km quadrati di suolo naturale o seminaturale nel periodo che va dal 2006 al 2021.
Il comune che ha consumato più suolo stacca di molto tutte le altre: le altre città, tutte capoluogo di regione, sono;
- Venezia (+24 ettari relativi alla terraferma)
- Milano (+19)
- Napoli (+18)
- Perugia (+13)
- L’Aquila (+12)
Ma la corona spetta, purtroppo, alla capitale: Roma si riconferma ancora una volta la città che divora più suolo in assoluto. La città eterna ha infatti ricoperto di cemento ben 95 ettari di suolo in un solo anno. Questo incremento vertigionoso peserà sicuramente sulla salute e sulle tasche di tutti gli abitanti dentro e fuori dalla metropoli.
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© Istituto Ispra
Continuare a costruire è davvero la scelta giusta?
Il nostro paese ha in realtà moltissimi edifici abbandonati che potrebbero essere riutilizzati, in un’ottica sia ambientale che sociale. Sul territorio italiano sono presenti più di 310 km2 di edifici inutilizzati e in cattivo stato. Se non vi sembra molto, considerate che è una superficie pari all’estensione di Milano e Napoli insieme. Un futuro più sostenibile è sicuramente possibile se cambiano il modo in cui pensiamo e realizziamo i nostri spazi condivisi.
Tratto da: GreenMe
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