I genitori di Giulio Regeni, il ricercatore friulano ucciso torturato in Egitto nel 2016, denunceranno il governo italiano per la vendita di armi al regime di Abdel Fattah Al-Sisi. Ad annunciarlo sono stati gli stessi familiari nel corso della trasmissione “Propaganda Live” dopo che lo scorso 23 dicembre è arrivata al Cairo la prima delle due fregate Fremm vendute da Fincantieri all’Egitto nei mesi scorsi. “Assieme alla nostra legale abbiamo predisposto un esposto-denuncia contro il governo italiano per violazione della legge 185/90, che vieta l’esportazione di armi verso Paesi i cui governi sono responsabili di gravi violazioni dei diritti umani accertati dai competenti organi dell’Ue, dell’Onu e del Consiglio d’Europa e il governo egiziano rientra certamente tra quelli che si sono macchiati di queste violazioni”, hanno detto Paola e Claudio Regeni. I genitori di Giulio hanno ribadito nel corso della trasmissione, all’indomani delle dichiarazioni della procura egiziana, la richiesta di richiamare l’ambasciatore in Egitto. “Chiediamo questo come atto forte. E’ importante che l’Italia dia l’esempio – hanno detto – Chiediamo anche che la Procura non venga insultata, chiediamo fermezza. Bisogna reagire, sennò i nostri figli che vanno in giro per il mondo non saranno più sicuri”.
Sulla questione della vendita delle armi al Cairo è intervenuto anche il presidente della Camera Roberto Fico.
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“Quella delle fregate vendute all’Egitto è un’immagine che non avremmo voluto vedere”, ha detto in un’intervista a La Stampa Fico. “Paola e Claudio Regeni sono due genitori, e sono soprattutto due cittadini italiani che combattono perché venga fatta verità e giustizia. Il loro gesto pone un tema di enorme riflessione per lo Stato italiano alla luce delle norme vigenti, e giunge a poche ore dall’ennesimo schiaffo dell’Egitto al nostro Paese con le irricevibili motivazioni con cui la procura del Cairo ha deciso di non collaborare. L’Egitto deve sapere che l’Italia non si volterà dall’altra parte e continuerà a pretendere verità e giustizia per Giulio Regeni”, ha concluso.
Tratto da: Antimafiaduemila
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