“Ci sono le premesse per temere l’indebitamento ed il conseguente commissariamento del paese da parte dell’Europa”
“Il nostro appello voleva essere un piano B di immediata applicabilità.” Non è il momento della mezze parole e Carlo Freccero all’AntiDiplomatico davvero non si sottrae alla “fase epocale” che stiamo vivendo. “Ci sono le premesse per temere l’indebitamento ed il conseguente commissariamento del paese da parte dell’Europa”, sottolinea Freccero che insieme a Daniela Strumia in due articoli (qui e qui) hanno lanciato il loro grido alla società civile per uno scatto di orgoglio in grado di indirizzare la classe politica finalmente a scelte coraggiose.
In una fase in cui la figura dell’intellettuale è totalmente persa perché ormai “È credenza condivisa che solo tecnici o specialisti siano in grado di gestire una materia complessa come l’economia. Questo mito è stato diffuso ad arte nel pubblico, per depotenziare la politica”, Carlo Freccero, in un passaggio molto significativo dell’intervista, evidenza in modo straordinario le differenze culturali tra il Nord Europa calvinista e il sud cattolico che rendono culturalmente e storicamente un abominio di lungo periodo questa “Unione”. Ma Freccero è un intellettuale a 360 gradi, una rarità assoluta in tempi in cui vengono scambiati come Oracoli di Delfi i Cottarelli o i Saviano e nel suo ragionare è già proiettato al dopo, un dopo misterioso per il trauma di massa che stiamo vivendo. “Che ce ne rendiamo conto o meno siamo sottoposti ad uno shock culturale senza precedenti. Ed uno shock è lo strumento adatto a fare accettare all’opinione pubblica qualsiasi forma di provvedimento incompatibile con i diritti basilari di ogni costituzione moderna.” In molti utilizzano il “nulla sarà più come prima” in toni ottimistici di trasformazione della società rispetto ai fallimenti delle politiche neo-liberiste che ci hanno portato al collasso. Ma nessuno indica il come e il tempo. E proprio su questo punto l’intellettuale di Savona lancia un monito preciso: “Come ci insegna la storia, il cambiamento andrà in una o in un’altra direzione a seconda di come ci muoveremo o di quanto vigileremo. Non è il momento di festeggiare, ma il momento di vigilare.”
La conclusione di Freccero deve essere lo slogan di tutti coloro – classe politica, società civile e mondo intellettuale – che hanno in mente davvero un futuro diverso dalle barbarie prodotte dal regime totalitario neo-liberista. Un pensiero critico in grado di abbattere ad esempio l’idea che la ricostruzione possa passare da un manager di multinazionali che pensa che in Grecia sia stato fatto un buon lavoro. Parliamo di quel pensiero unico che ha in mente ulteriori liberalizzazioni, privatizzazioni, austerità per conto di Bruxelles e, in una parola, barbarie contro il nostro popolo.Questa volta non possiamo permettercelo e siamo chiamati tutti ad uno scatto di orgoglio e di coraggio. “Almeno questa volta utilizziamo il pensiero critico”.
Tratto da: L’Antidiplomatico
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