All’interno dell’istituto abusi di ogni genere anche sessuali sui bambini. La loro colpa? Essere diversi
I membri della minoranza etnica ‘Tk’emlúps te Secwépemc’ sospettavano da decenni l’orrenda verità venuta poi alla luce nei giorni scorsi: i resti di 215 bambini (di età di appena tre anni) sono stati trovati sepolti vicino a quella che un tempo era la Kamloops Indian Residential School – nella British Columbia, Canada – un’istituto appartenente al gruppo delle cosiddette ‘Indian residential schools’, una rete di scuole fondate dal governo e amministrate dalla Chiesa Cattolica, chiusa nel 1978.
La loro funzione era infame: ‘rimuovere’ i figli degli indigeni dalla loro casa, dalla loro famiglia e dalla loro cultura per ‘istruirli’ nel mondo ‘civile’.
La scuola residenziale era una delle più grandi del Canada e ha operato alla fine del XIX secolo alla fine degli anni ’70.
Quesa triste storia è stata riportata per prima dalla Cnn, in un articolo a firma della giornalista Paula Newton.
Dentro alla Kamloops Indian Residential Schoole avvenivano abusi di ogni genere sui bambini, fisici, psicologici e anche sessuali. “Ho perso il mio cuore, è stato così doloroso sentire e far sentire al mondo esterno, quello che pensavamo stesse accadendo lì”, a dirlo è stato Harvey McLeod (ex studente della scuola per due anni alla fine degli anni ’60) in un’intervista telefonica rilasciata alla CNN venerdì scorso, “la storia è stata così irreale e ieri è diventata reale per molti di noi in questa comunità”, ha detto. Per decenni infatti McLeod e altri suoi coetanei si erano chiesti che fine avessero fatto alcuni dei loro compagni e amici, “A volte le persone non tornavano, eravamo felici per loro, pensavamo che scappassero, non sapendo se l’avessero fatto o cosa fosse successo loro” – ha aggiunto l’uomo, oggi a capo della banda Upper Nicola della British Columbia – “Ci sono state discussioni sul fatto di che cosa poteva essere successo in passato, ma quello che ho realizzato ieri è stato quanto fossi forte da bambino, quanto fossi forte per essere qui oggi, perché so che molte persone non sono tornate a casa”.
Durante l’intervista l’uomo ha detto che che il sistema scolastico residenziale ha segnato intere generazioni nella sua famiglia e gli abusi subiti nella scuola di Kamloops hanno terrorizzato lui e suoi compagni di classe fino allo stremo.
“L’abuso che ho subito era fisico e anche sessuale e nel 1966 ero una persona che non voleva più vivere, mi ha cambiato”, ha detto McLeod, paragonando il trauma subito a quello di un prigioniero di guerra, “la scuola era la stessa che frequentavano mia madre e mio padre, non era un’opzione, era un obbligo, era la legge. E posso solo immaginare cosa mia madre e mio padre abbiano sentito, quando hanno lasciato alcuni di noi lì sapendo cosa hanno vissuto in quella scuola”.
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Ma nonostante i torti subiti, McLeod ha detto di non voler giudicare o puntare il dito, “ho perdonato, ho perdonato i miei genitori, ho perdonato i miei abusatori, ho spezzato la catena che mi tratteneva in quella scuola, non voglio più viverci ma allo stesso tempo faccio in modo che le persone che non sono tornati a casa sono riconosciuti e rispettati e portati a casa in modo positivo”.
Le indagini, hanno affermato i leader della comunità indigena, proseguiranno in collaborazione con l’ufficio del coroner della British Columbia e che i funzionari governativi garantiranno la preservazione dei resti rinvenuti.
Il capo del coroner, Lisa Lapointe, ha rilasciato una dichiarazione affermando che il suo ufficio è nelle prime fasi del processo di raccolta delle informazioni, “Riconosciamo la tragica e straziante devastazione che il sistema scolastico residenziale canadese ha inflitto a così tanti bambini, e i nostri pensieri sono con tutti coloro che sono in lutto oggi” a detto l’ufficiale.
Anche il primo ministro canadese, Justin Trudeau, ha espresso la sua vicinanza alla vicenda con un messaggio twittato venerdì: “La notizia che i resti sono stati trovati nell’ex scuola residenziale di Kamloops mi spezza il cuore – è un doloroso ricordo di quel capitolo oscuro e vergognoso della storia del nostro paese. Penso a tutti coloro che sono stati colpiti da questa angosciante notizia”.
Oltretutto è stato documentato dalla Commissione per la verità e la riconciliazione che molti dei bambini nelle scuole residenziali non hanno ricevuto cure mediche adeguate e alcuni sono morti prematuramente a causa di malattie come la tubercolosi. Nel rapporto c’è scritto anche che la commissione stima che più di 4.000 bambini siano morti mentre frequentavano le scuole residenziali in un periodo di diversi decenni, ciononostante è impossibile, c’è scritto, ‘sapere il vero numero’.
Tratto da: Antimafiaduemila