“I boss potranno ottenere quanto avevano richiesto con le stragi del 1992-93”
Duri, anzi durissimi, sono stati i commenti di alcuni degli ex membri del Movimento 5 Stelle alla notizia dell’apertura dell’avvocatura dello Stato (e quindi del governo) alla liberazione condizionale ai condannati all’ergastolo ostativo (tra questi anche gli irriducibili boss stragisti). Tra chi ha criticato lo stop agli automatismi sull’ergastolo ostativo per delitti di associazione mafiosa c’è Mario Michele Giarrusso (oggi nel Gruppo Misto), Alessandro Di Battista (che ha lasciato il Movimento dopo il sì dei 5Stelle al governo Draghi), e Nicola Morra (presidente della Commissione Antimafia, espulso dal Movimento dopo aver votato no alla fiducia). “I traditori al governo con Draghi portano a compimento la trattativa Stato-mafia”, scrive su Facebook Giarrusso.
“I boss potranno ottenere quanto avevano richiesto con le stragi del 1992-93 e cioè l’abolizione dell’ergastolo.
Chiunque sostenga il governo Draghi dovrà essere considerato complice della liberazione dei mafiosi più sanguinari e irriducibili”.
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Parole dure anche da Morra: “Le organizzazioni mafiose sono Stato nello Stato, sono nemici perfettamente mimetizzati da amici, e vanno limitate nella loro pericolosità sociale, enorme purtroppo. Ritenere che possano essere associate ad altre forme di criminalità comune significa travisare del tutto la loro essenza, esponendoci al rischio di dover imparare nuovamente sulla pelle di innocenti ciò che abbiamo imparato con il sacrificio di tante vittime. Il ‘papello’ della trattativa Stato-Mafia aveva esplicitato tutto ciò. Ora qualcuno vuole dimenticare?
Il dottor Nino Di Matteo sa bene cosa certe decisioni possano significare. Perché non ascoltarlo?”.
E infine le parole di Alessandro Di Battista: “Ci avviciniamo all’estate. Ebbene saranno tanti i politici a battersi il petto e ad osservare ipocriti minuti di silenzio sui luoghi dei delitti mafiosi. Ricorderanno Falcone, Borsellino, don Puglisi, Cassarà, Beppe Montana etc, etc. Sappiate che li ha ammazzati Cosa nostra, l’organizzazione criminale contattata da parte dello Stato (ebbene sì, la Trattativa non è partita dai mafiosi) e che in cambio della ‘pax mafiosa’ chiese, tra le altre cose, l’alleggerimento del carcere duro”.
“Trent’anni dopo averli uccisi, con l’abolizione dell’ergastolo ostativo, stanno per dare il colpo di grazia a Paolo Borsellino e a Giovanni Falcone, stanno per pagare l’ultima e più pesante cambiale sottoscritta nel corso della trattativa, quella che sancisce la resa totale dello Stato di Diritto”. E’ questo l’amaro commento di Salvatore Borsellino, fondatore del Movimento delle Agende Rosse e fratello del giudice Paolo ucciso da Cosa nostra il 19 luglio 1992, a commento dello stop agli automatismi sull’ergastolo ostativo per delitti di associazione mafiosa.
“E’ la resa totale, lo Stato ha ceduto completamente il passo allo Stato-Mafia, adesso la nostra lotta dovrà diventare una vera lotta di resistenza. Noi non ci arrenderemo mai”, scrive su Facebook Borsellino.
Tratto da: Antimafiaduemila
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