“Abbiamo recuperato la democrazia e la speranza”, queste sono le prime parole di Lucho Arce, candidato del Movimento per il Socialismo, dopo aver appreso dei risultati che lo accreditano di un vantaggio di oltre venti punti percentuali sul candidato più vicino. L’ex presidente Carlos Mesa che si ferma al 31,5% delle preferenze.
Una vittoria schiacciante e inconfutabile che rende con ogni probabilità Arce il primo presidente in America Latina capace di rovesciare nelle urne un governo golpista.
Andiamo dunque a scoprire chi è il nuovo presidente della Bolivia candidato dal MAS il cui leader Evo Morales si trova ancora in Argentina in qualità di rifugiato politico. L’uomo che promette di far tornare il paese su quei binari di crescita e stabilità su cui lo avevano posto gli anni di governo Morales. Un percorso da cui la Bolivia era fatta deragliare da un golpe perpretrato con la onnipresente spinta decisiva di Washington.
Luis Alberto Arce Catacora, attuale presidente eletto della Bolivia, è nato a La Paz il 28 settembre 1963. È un economista boliviano, professore universitario e politico. Dopo il diploma di scuola superiore, è entrato nell’Istituto di formazione bancaria, dove si è laureato come contabile nel 1984. Successivamente, tra il 1986 e il 1992, ha studiato presso la Facoltà di Economia dell’Universidad Mayor de San Andrés (UMSA), dove si è laureato in Economia.
I suoi studi sono proseguiti all’estero. Arce ha infatti conseguito un Master in Scienze Economiche presso l’Università di Warwick a Coventry, nel Regno Unito. Il profilo accademico è completato dal suo lavoro come professore in varie università pubbliche e private in Bolivia come la stessa UMSA, l’Università cattolica boliviana, l’Universidad del Valle, l’Università Franz Tamayo e l’Università Loyola, tra le altre.
È entrato a far parte della Banca Centrale della Bolivia nel 1987 ed è rimasto in posizioni funzionali fino al 2006, quando ha risposto alla chiamata di Evo Morales (2006-2019) a prendere in carico il Ministero dell’Economia e delle Finanze dove ha tenuto quel portafoglio per due periodi, il primo periodo dal 23 gennaio 2006 al 24 giugno 2017 e la seconda volta dal 23 gennaio 2019 al 10 novembre 2019, durante la prima, seconda e terza amministrazione del presidente Evo Morales Ayma. Arce ha dovuto ritirarsi dal governo nel 2017, a causa di un cancro ai reni, per il quale è stato in cura in Brasile.
Possiamo affermare che Arce è stato il regista della cosiddetta ‘Evonomics’, ossia quella politica economica che sotto la presidenza di Evo Morales ha portato la Bolivia a crescere costantemente è migliorare le condizioni di vita materiali della popolazione. Una politica basata principalmente sugli investimenti pubblici, il rafforzamento del mercato interno e la redistribuzione della ricchezza ai settori sociali più vulnerabili.
Il modello economico attuato da Arce, è emerso alla fine degli anni ’90 in gruppi di insegnanti e accademici di cui Arce era parte integrante, e comprendeva tra gli altri, anche l’ex vicepresidente Álvaro García Linera, afferma che i surplus economici in Bolivia vengono generati in quattro settori: idrocarburi, minerario, elettricità e risorse ambientali.
“Quello che si cerca è liberare la Bolivia dalla dipendenza dall’esportazione di materie prime per abbandonare il modello primario ed esportatore e costruire una Bolivia industrializzata e produttiva”, questa la filosofia che guida le politiche economiche boliviane nelle parole dello stesso Arce.
Inoltre, secondo Lucho Arce la Bolivia dovrebbe smettere di essere un’economia primarizzata, quindi cercare di alimentare attraverso le quattro fonti di reddito citate in precedenza settori come l’industria, il turismo e lo sviluppo agricolo, che a loro volta sono generatori di occupazione e reddito per la popolazione.
Il ruolo chiave in questa transizione è stato quello dello Stato, che secondo il modello difeso da Arce dovrebbe essere “redistributivo” e “avere la capacità di trasferire risorse dai settori in eccedenza a generatori di occupazione e reddito”.
Lucho Arce è stato riconosciuto a livello internazionale come il principale motore e artefice della crescita economica della Bolivia avvenuta tra il 2006 e il 2019.
A gennaio è stato eletto candidato alla presidenza per le elezioni generali del 2020 dal Movimento per il Socialismo insieme all’ex ministro degli Esteri David Choquehuanca come candidato alla vicepresidenza.
Tratto da: L’Antidiplomatico
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