Al posto dell’ex Premier vide il fratello, Paolo. Indaga la Dda di Firenze, come scritto su La Repubblica
Tratto da: Antimafiaduemila
Da tempo le attenzioni degli investigatori della Dea si stanno concentrando su Salvatore Baiardo, il gelataio di Omegna che negli anni Novanta favorì la latitanza dei fratelli Giuseppe e Filippo Graviano. Proprio per il favoreggiamento dei due boss stagisti fu condannato, ma anche per calunnia.
E’ noto che i magistrati della Procura di Palermo la scorsa settimane hanno deciso di acquisire la famosa intervista rilasciata da Baiardo a “Non è l’Arena” a novembre scorso.
Ma anche la Procura di Firenze ha posto le sue attenzioni su questo ambiguo personaggio, che con spavalderia va in televisione a lanciare messaggi. Più volte è stato già sentito dalla Dda, nella persona dei procuratori aggiunti Luca Tescaroli e Luca Turco.
Ieri il giornalista Lirio Abbate, sulle pagine de La Repubblica, racconta un episodio su cui proprio i magistrati fiorentini hanno fatto approfondimenti.
Parliamo di un incontro che Baiardo tentò di avere undici anni fa con Silvio Berlusconi, che oggi è indagato proprio a Firenze come mandante esterno delle stragi assieme a Marcello Dell’Utri.
Il presidente del Consiglio non avrebbe risposto, ma a dare udienza a Baiardo è stato un altro Berlusconi, Paolo, il fratello minore dell’allora capo del governo.
Perché si era recato da Berlusconi? A detta del gelataio la presunta richiesta di un impiego. Ma gli inquirenti sospettano altro. Così, oltre ad aver sentito Baiardo quattro volte, hanno voluto chiamare anche Paolo Berlusconi che ha scelto il silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere, in quanto fratello di un indagato.
Il procuratore aggiunto di Firenze, Luca Tescaroli © Imagoeconomica
A conferma dell’incontro tra Baiardo e Berlusconi jr è emersa la testimonianza – nell’estate del 2020 – di un agente in servizio al reparto scorte della Questura di Milano. Il poliziotto, secondo quanto scritto da La Repubblica, ha confermato che nel 2011 il fratello del premier incontrò a Milano Baiardo riconoscendone la foto. Paolo Berlusconi avrebbe poi detto all’agente: “Tu sei testimone: questa persona – indicando Baiardo – è venuta a dire cose che riguardano mio fratello per screditarlo”.
L’incontro è confermato anche da un altro poliziotto, Salvatore Tassone, che era in servizio alla Questura di Milano, sempre nel reparto scorte. Anche lui è stato sentito dagli inquirenti fiorentini, nel luglio del 2020. L’agente ha riferito di aver visto Baiardo, in via Santa Maria Segreta e in via Negri a Milano, e ricorda che chiedeva di parlare con Paolo Berlusconi “per questioni inerenti il fratello Silvio”. Nell’articolo de La Repubblica si ricorda che nei mesi precedenti, sempre nel 2011, ai pm che gli chiedevano dei contatti con la politica Graviano replicava: “Sulla politica mi avvalgo della facoltà di non rispondere”.
Poi, al processo ‘Ndrangheta stragista, Graviano ha parlato dei contatti diretti che avrebbe avuto proprio con Silvio Berlusconi.
E lo stesso ha fatto davanti ai pm fiorentini quando nel dicembre del 2021 confermò quello che disse in aula: “C’è una carta scritta sui rapporti economici tra la mia famiglia e Berlusconi. Investiti 20 miliardi”.
L’imprenditore Paolo Berlusconi © Imagoeconomica
E’ importante anche ricordare le dichiarazioni del collaboratore di giustizia Gaspare Spatuzza, in particolare l’incontro del 1994 al bar Doney di Via Veneto, a Roma proprio con il boss di Brancaccio nei giorni che precedevano il fallito attentato all’Olimpico. “Incontrai Giuseppe Graviano all’interno del bar Doney in via Veneto, a Roma. Graviano era molto felice, come se avesse vinto al Superenalotto, una Lotteria. Poi mi fece il nome di Berlusconi. Io gli chiesi se fosse quello di Canale 5 e lui rispose in maniera affermativa. Aggiunse che in mezzo c’era anche il nostro compaesano Dell’Utri e che grazie a loro c’eravamo messi il Paese nelle mani. E per Paese intendo l’Italia. Quindi mi spiega che grazie a queste persone di fiducia che avevano portato a buon fine questa situazione, che non erano come quei quattro crasti (cornuti ndr) dei socialisti… Graviano mi dice che l’attentato ai carabinieri si deve fare lo stesso perché gli dobbiamo dare il colpo di grazia”.
E’ emerso da inchieste e processi che in quei giorni, proprio a Roma e non lontano dal bar Doney si trovava Marcello Dell’Utri, per una convention di Forza Italia presso l’hotel Majestic.
Da qui l’ipotesi: Graviano ha incontrato Dell’Utri in quei giorni?
Anche su questo si cercano conferme. Certo è che Graviano dal carcere ha lanciato i propri messaggi all’esterno, minacciando, di fatto, di rivelare i segreti di cui è in possesso.
E sullo sfondo c’è quel 41 bis, da sempre scomodo, che vorrebbe vedere cancellato.
Ed anche su questo punto, visto il dibattito politico attuale, ci deve essere grande attenzione.