La polizia australiana ha reso noto di avere arrestato oltre 180 persone sospettate di avere appiccato incendi nel Nuovo Galles del Sud, tre solo nell’ultimo fine settimana, mentre proseguono i devastanti roghi nonostante le piogge degli ultimi giorni in alcune aree del Paese. Lo riporta la stampa australiana.
Oltre 7 milioni di ettari di boschi sono bruciati da settembre ad oggi, e nella maggior parte dei casi si è trattato, secondo le autorità, di incendi provocati dall’uomo.
Tra i fermati, anche 40 minorenni, che saranno giudicati dai tribunali nei prossimi mesi. In tutto sono stati contestati a 183 persone 205 reati connessi agli incendi boschivi; 24 di questi sono accusati di incendio doloso e rischiano una pena massima fino a 21 anni di reclusione. Altri avrebbero provocato i roghi per incuria e disattenzione, accendendo fuochi per cucinare o bruciare rifiuti, incappando comunque nei severissimi divieti in atto dall’inizio dell’emergenza incendi.
Almeno duemila case sono state distrutte nei devastanti incendi, in cui sono morti almeno 25 persone e milioni di animali, mentre i soccorritori si apprestano a far fronte ad un ulteriore peggioramento delle condizioni meteo. Lo riporta la Bbc. Il caldo ha concesso nelle ultime ore una breve tregua, e i vigili del fuoco ne stanno approfittando per ampliare le linee di contenimento intorno ai focolai. È probabile che le temperature saliranno di nuovo verso la fine della settimana, e vi è il timore che i due incendi maggiori in atto nel Nuovo Galles del Sud possano finire per confluire in un unico, gigantesco, fronte di fuoco. Il Consiglio delle assicurazioni australiano ha fornito una stima parziale dei danni che ha raggiunto i 700 milioni di dollari australiani (430 milioni di euro), ma si prevede che saranno molto più ingenti.
Il presidente del Consiglio europeo Charles Michel ha “offerto al premier australiano Scott Morrison ogni tipo di assistenza nella lotta agli incendi boschivi”. Lo ha precisato Michel su Twitter aggiungendo che l’Ue “è a fianco di tutti gli australiani colpiti da questo disastro di dimensioni senza precedenti”. Il presidente del Consiglio europeo ha annunciato che l’Ue ha fornito un supporto concreto tramite le mappe” satellitari “che hanno facilitato le operazioni di soccorso” e che “l’Unione europea e gli stati membri sono pronti a fare di più”.
Intanto diversi siti di quotidiani locali segnalano che il fumo degli incendi ha viaggiato più di 12.000 chilometri ed è arrivato ieri, ben visibile, nei cieli di Cile e Argentina, senza però pericoli per la salute dei loro abitanti. Il fumo si è visto soprattutto nella zona centrale del Cile, dove una nebbiolina ha coperto il cielo, ed è probabile che permanga in queste condizioni fino a oggi, secondo la Direzione meteorologica cilena. La nube di fumo ha fatto apparire il sole con toni più rossi. Si trova a 6.000 metri di altitudine e non dovrebbe scendere in superficie. L’unica conseguenza, al momento, è una riduzione della radiazione ultravioletta. Situazione simile anche in Argentina, dove il Servizio meteorologico nazionale ha mostrato su Twitter le immagini dei satelliti in cui si vede che il fumo è stato trasportato da fronti d’aria da ovest verso est.
Fonte: Ansa
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