Armi biologiche Usa. La Cina condivide l’allarme della Russia

Armi biologiche Usa. La Cina condivide l’allarme della Russia

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Cosa succede nei laboratori militari degli Stati Uniti ubicati non lontano dai confini russi? Vengono sviluppate armi biologiche? Washington compie ricerca su virus? Sono rispettati gli standard di sicurezza? 

Questi i dubbi che agitano Mosca vista la mancanza di notizie circa le attività biologiche condotte dagli Stati Uniti all’estero, in particolare nei territori di alcune repubbliche ex sovietiche. 

Nella giornata di ieri, in un’intervista, il vice segretario del Consiglio di sicurezza russo Yuri Averyanov esprimeva la preoccupazione di Mosca per i programmi di ricerca biologica, anche di tipo militare, condotti dagli Stati Uniti in paesi confinanti con la Russia e che potrebbero dar luogo a catastrofi. 

Gli Stati Uniti e i loro alleati della NATO “impongono rigidamente” ad altri Stati questi programmi di “partenariato globale per la non proliferazione delle armi di distruzione di massa” e “riduzione congiunta delle minacce”, aveva inoltre denunciato il dirigente russo. 

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La preoccupazioni della Russia per la (non controllata) ricerca statunitense sulle armi biologiche sono condivise dalle autorità cinesi. A tal proposito, la portavoce del ministero degli Esteri cinese Hua Chunying ha affermato, come riporta l’agenzia TASS: “Insistiamo che gli Stati Uniti dovrebbero intraprendere azioni concrete per garantire la piena trasparenza e sicurezza dei progetti relativi agli esperimenti biologici nei laboratori statunitensi”, queste le parole della diplomatica cinese in una conferenza stampa, a commento di una recente dichiarazione del primo vice segretario del Consiglio di sicurezza russo Yuri Averyanov. “Pechino si è rivolta a Washington più di una volta chiedendo piena trasparenza sulle questioni relative alla militarizzazione della ricerca biologica negli Stati Uniti e altrove”.

Data la situazione attuale – secondo Hua Chunying – gli Stati Uniti devono accettare la creazione di uno speciale meccanismo di monitoraggio che assicuri lo scambio efficace di informazioni biotecnologiche cruciali con altri paesi.

“L’intera comunità internazionale è interessata a questo”, ha detto. “È molto fastidioso che gli Stati Uniti si siano scrollati di dosso le preoccupazioni di altri paesi, inclusa la Russia”.

Lo scoppio della pandemia ha portato diverse testate giornalistiche internazionali, e certa politica a ruota, ad interessarsi alle attività biologiche condotte dalla Cina nei propri laboratori. In alcuni casi producendo anche strane teorie del complotto. Mai però nessuno ha sollevato una domanda cruciale: che attività biologiche conducono gli Stati Uniti all’estero? Le ricerche rispettano gli standard internazionali sulla sicurezza?

Magari qualcuno – ogni riferimento a Report è puramente casuale – potrebbe dedicare a questa vicenda almeno un pizzico dell’attenzione che riserva ad alcuni argomenti, come la minoranza cinese uigura nello Xinijang, portati avanti probabilmente per allinearsi all’imperialismo mediatico internazionale.

Tratto da: L’Antidiplomatico

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