I sauditi sconfessano gli Usa e le loro accuse all’Iran per l’attacco all’Aramco avvenuto sabato scorso. Gli Stati Uniti hanno condiviso le informazioni in loro possesso sull’attacco con i sauditi, ma questi hanno affermato che non erano sufficienti ad accusare l’Iran.
Ne scrive l’autorevole Wall Street Journal, in un articolo nel quale si legge che esponenti della Sicurezza “statunitensi hanno condiviso con l’Arabia Saudita i rapporti di intelligence e la loro valutazione secondo la quale sabato l’Iran ha lanciato più di 20 droni e almeno una dozzina di missili contro alcuni impianti petroliferi sauditi”.
Ma, continua il Wsj, “i sauditi hanno affermato che gli Stati Uniti non hanno fornito prove sufficienti per concludere che l’attacco è stato portato dall’Iran, indicando che le informazioni statunitensi non erano esaustive. Gli esponenti degli Stati Uniti hanno dichiarato che condivideranno maggiori informazioni con i sauditi nei prossimi giorni”.
C’è qualcosa, anzi tanto, che non quadra. Se non ci sono prove esaustive, perché accusare subito l’Iran? Il rischio di una manipolazione è sempre più alto, dato che le pressioni per incolpare l’Iran – già condannato prima ancora che sia iniziato il processo -, sono fortissime. A pensar male si fa peccato, ma spesso si indovina.
Certo, domani i sauditi, ora increduli, potrebbero diventare credenti, ma ad oggi, nonostante la loro accesa rivalità con Teheran, hanno respinto di aderire al dogma di fede anti-iraniano. Vedremo.
Fonte: L’ANTIDIPLOMATICO
Fonte foto CNBC.com