Quasi la metà della superficie forestale del pianeta oggi non c’è più. Dei 6.000 miliardi di alberi che ricoprivano e proteggevano la terra dall’inizio della rivoluzione agricola, infatti, oggi, nel 2020, ne sono rimasti circa 3.000 miliardi. La metà, appunto. A lanciare l’allarme, in occasione della Giornata mondiale delle Foreste, è l’Ong ambientalista WWF. In un Rapporto appena pubblicato dal titolo ‘Pandemie, l’effetto boomerang della distruzione degli ecosistemi’, il Wwf ha sottolineato che “i cambiamenti di uso del suolo e la distruzione di habitat naturali come le foreste sono infatti responsabili dell’insorgenza di almeno la metà delle zoonosi emergenti“. “La deforestazione, spesso legata a pratiche illegali, agricoltura intensiva, zootecnia e cambiamenti climatici, sfocia nell’aumento esponenziale degli incendi“, ha evidenziato l’Ong nel rapporto. Gli ultimi due anni sono stati devastanti per le foreste del pianeta, tutti ricordano gli incendi in Amazzonia di fine estate 2019 e quelli in Australia dell’inizio 2020. “Qui si stima che oltre un miliardo di animali siano morti nelle fiamme e più di 12 milioni di ettari siano andati in fumo. – ha affermato WWF – Non è più confortante la situazione dell’Amazzonia, dove abbiamo ormai perso più del 17% della superficie forestale e stiamo drammaticamente raggiungendo un punto di non ritorno (tipping point), che diversi autorevoli scienziati indicano intorno al 25% del complessivo ecosistema amazzonico distrutto: oltre questo punto le foreste non saranno più in grado di svolgere le loro funzioni ecologiche e potrebbero arrivare al collasso, lasciando dietro di sé erosione, siccità e aride savane“. L’ONG ha poi riportato uno studio pubblicato sulla rivista Nature, illustrato da Wannes Hubau, ricercatore al Museo Reale dell’Africa centrale di Bruxelles, secondo il quale entro il 2040, “quello che attualmente rappresenta il polmone verde del nostro Pianeta potrebbe produrre più Co2 di quanta sia in grado di immagazzinare“. Per questo motivo il WWF ha chiesto allUE “una nuova forte proposta di legge entro il 2021“.
Tratto da: Antimafiaduemila
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