Di TATIANA MASELLI
Dallo scorso mercoledì le autorità dell’Honduras stanno indagando sulla morte di altri due indigeni uccisi durante il fine settimana.
Uno di loro Félix Vásquez, era un contadino, un attivista ambientale di lunga data appartenente al gruppo indigeno Lenca, ed è stato colpito davanti alla sua famiglia da un gruppo di uomini mascherati che hanno fatto irruzione nella sua abitazione.
Il giorno successivo, Jose Adán Medina, del gruppo indigeno Tolupan è stato trovato ucciso a colpi di arma da fuoco in una località remota nella comunità di El Volcan, sempre nell’Honduras occidentale.
Entrambi lottavano da anni contro progetti idroelettrici e abusi fondiari e da diverso tempo avevano denunciato le molestie e le minacce ricevute da parte di società minerarie e del legname, oltre che da grandi proprietari terrieri. Denunce che non sono mai state prese in considerazione.
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La Commissione nazionale per i diritti umani dell’Honduras, che ha condannato entrambi gli omicidi, aveva richiesto misure protettive per Vásquez già a gennaio di quest’anno, ma queste non sono mai state attuate. Sebbene la Commissione abbia dichiarato di voler indagare sui due casi, le speranze di ottenere giustizia sono basse.
Queste ultime due morti arrivano infatti a quasi cinque anni dall’assassinio della celebre leader Lenca e vincitrice del premio Goldman Berta Cáceres, uccisa a colpi d’arma da fuoco nella propria casa a marzo del 2016. Anche Cáceres aveva subito a lungo minacce e molestie per essersi opposta alla costruzione di una diga. Per il suo assassinio sono stati condannati sette uomini coinvolti nella pianificazione e nell’esecuzione dell’omicidio, ma nessuno tra coloro che hanno ordinato, pagato e beneficiato del crimine è stato processato. (Leggi anche: Addio Berta Caceres, assassinata l’attivista che lottava per i diritti degli indigeni in Honduras).
Non si tratta purtroppo di casi isolati: gli indigeni vengono continuamente minacciati e spesso assassinati a causa del loro impegno nel cercare di proteggere le proprie terre.
L’Honduras detiene il triste primato di luogo più pericoloso per gli attivisti, con centinaia di difensori dell’ambiente scomparsi o trovati senza vita, altri messi a tacere attraverso accuse penali inventate. Solo quest’anno, in Honduras hanno perso la vita ben 12 indigeni impegnati a difendere i loro territori da interessi economici.
Fonte di riferimento: The Guardian/CNN, GreenMe