L’aggressore, arrestato con l’accusa di omicidio volontario, ha chiesto scusa ma la famiglia non lo perdona e chiede giustizia
Di Giada Trotta
Venerdì Civitanova Marche è diventata scenario di un orrendo omicidio efferato in una delle strade principali della città.
Filippo Claudio Ferlazzo, un operaio di 32 anni, ha ucciso a mani nude Alika Ogorchukwu, nigeriano di 39 anni. I motivi dell’aggressione sono futili, a quanto raccontano due donne testimoni del primo incontro fra i due uomini vicino alla stazione, luogo non coperto dai sistemi di videosorveglianza.
L’aggressore, sentito dai poliziotti, ha dichiarato che Ogorchukwu gli ha chiesto insistentemente l’elemosina e ha tenuto per un braccio la sua fidanzata. Secondo le testimoni, invece, non ci sarebbe stato alcun contatto fisico tra Ogorchukwu e la donna.
Successivamente Ferlazzo ha inseguito il nigeriano, già claudicante per un incidente stradale, lo ha colpito prima con la stampella della stessa vittima, poi a mani nude per 3-4 minuti e infine, lasciandolo a terra, è scappato rubandogli il cellulare, il tutto ripreso dalle telecamere di sorveglianza e anche dai passanti.
Come emerge dai video Ogorchukwu era a terra e Ferlazzo gli era sopra e gli bloccava il braccio destro e la gola. I passanti durante l’aggressione hanno chiamato la polizia e il 118, ma al loro arrivo non c’era più niente da fare per Alika Ogorchukwu.
Sembra che l’aggressore avesse dei precedenti e problemi di instabilità mentale, a questo punto occorre chiedersi come mai il tutore legale, che pare fosse la madre, non lo sorvegliasse.
Adesso dal carcere Filippo Claudio Ferlazzo chiede scusa alla famiglia della vittima, che lascia moglie e figlio. La famiglia risponde affermando che: “Le scuse di Ferlazzo non bastano, ora serve solo giustizia e non vendetta. E’ difficile riuscire a comprendere quello che è successo“.
L’elemento più scioccante di tutta la vicenda, che ha sconvolto tutta la città è stata l’indifferenza o la paura delle persone che guardavano l’aggressione e la filmavano, senza però intervenire.
La ragazza moldava, autrice del video, ha dichiarato di voler far vedere alla madre l’orrore del momento e che non è intervenuta perché ha avuto paura.
Adesso tutti si domandano perché nessuno ha voluto intervenire, dalle telecamere si evince che c’erano più di 10 paia di piedi intorno all’aggressore e alla vittima. Tutti insieme avrebbero potuto fare qualcosa.
Come riportato da “Sky tg24” anche la politica si è espressa sull’accaduto, Enrico Letta ha affermato “È una giornata terribile per la violenza inaudita e per l’indifferenza. Dobbiamo fermarci e cambiare radicalmente, non è possibile che queste cose succedano, spero che questo episodio ci faccia cambiare tutti”, anche Matteo Renzi “Un padre di famiglia è stato ucciso in modo atroce e razzista mentre i passanti facevano i video senza fermare l’aggressore. E anziché riflettere tutti insieme su cosa stiamo diventando, la politica litiga e strumentalizza. Mi fa orrore questo clima da campagna elettorale. Un pensiero ad Alika e alla sua famiglia”.
Giuseppe Conte scrive su Facebook “L’uccisione di Alika Ogorchukwu in pieno giorno, in pieno centro a Civitanova Marche, ci lascia attoniti. L’assassino sarà processato e farà i conti con la giustizia e, forse chissà, anche con la propria coscienza. I familiari di Alika rimarranno soli e abbandonati al proprio dolore”. Non è il primo omicidio nei confronti di un afrodiscendente nel marchigiano, cinque anni fa, nel 2016, a Fermo, a pochi chilometri da Civitanova era stato ucciso Emmanuel Chidi Namdi, anche lui nigeriano che era scampato alla violenza terroristica di Boko Haram. Emmanuel venne colpito con un pugno violento per aver difeso la moglie dall’insulto razzista di Amedeo Mancini, ultrà fascista della Fermana che lo finì sferrando quel colpo. Mancini adesso è libero dopo avere patteggiato una condanna a quattro anni.
Tratto da: Antimafiaduemila