Di Roberta Ragni
In tutto il mondo più di 1,42 miliardi di persone, tra cui 450 milioni di bambini, vivono in aree ad alta, o estremamente alta, vulnerabilità idrica. Questo significa che 1 bambino su 5 in tutto il mondo non ha abbastanza acqua per soddisfare le sue esigenze quotidiane.
I dati dell’Unicef, in occasione della Giornata Mondiale dell’Acqua, mostrano che, in più di 80 pesi, i bambini vivono in aree con una vulnerabilità idrica elevata o estremamente elevata. L’Africa orientale e meridionale possiede la percentuale più alta di bambini che vivono in zone di questo tipo, con più della metà dei bambini – il 58% – che ha difficoltà ad accedere a una quantità sufficiente di acqua ogni giorno. È seguita dall’Africa occidentale e centrale (31%), dall’Asia meridionale (25%) e dal Medio Oriente (23%). L’Asia meridionale ospita il maggior numero di bambini che vivono in aree ad alta o altissima vulnerabilità idrica: più di 155 milioni di bambini.
La crescente scarsità d’acqua incide sulla salute dei bambini. Ogni giorno, più di 700 bambini sotto i 5 anni muoiono di diarrea a causa di acqua e servizi igienici non sicuri e scarsa igiene. Quando i bambini si ammalano di diarrea, non sono in grado di assorbire i nutrienti di cui hanno bisogno per crescere. Nel tempo, questo può portare a un ritardo della crescita e può avere un impatto irreversibile sullo sviluppo fisico e mentale dei bambini. Circa 144 milioni di bambini sotto i 5 anni in tutto il mondo soffrono di ritardo della crescita.
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L’analisi dell’Unicef, parte dell’iniziativa “Water Security for All”, identifica le aree in cui a rischi fisici di carenza idrica si aggiungono scarsi livelli di servizio idrico. Le comunità che vivono in queste aree dipendono dall’acqua di superficie, da fonti “non migliorate” o da acqua la cui raccolta può richiedere più di 30 minuti.
“La crisi mondiale dell’acqua non è semplicemente in arrivo, è già qui, e il cambiamento climatico non farà che peggiorare la situazione”, ha dichiarato il Direttore generale dell’UNICEF Henrietta Fore. “I bambini sono le vittime più colpite. Quando i pozzi si prosciugano, sono i bambini a saltare la scuola per andare a prendere l’acqua. Quando la siccità diminuisce le scorte di cibo, i bambini soffrono di malnutrizione e ritardo della crescita. Quando le inondazioni colpiscono, i bambini si ammalano a causa di malattie legate all’acqua. E quando le risorse idriche diminuiscono, i bambini non possono lavarsi le mani per combattere le malattie”.
Secondo un rapporto UNICEF del 2019, la mancanza di acqua potabile è molto più mortale per i bambini rispetto a proiettili e bombe. I bambini sotto i cinque anni hanno più di 20 volte più probabilità di morire per malattie legate all’acqua non sicura e a cattive condizioni igieniche che per conflitti.
Secondo il rapporto, 85.700 bambini sotto i 15 anni muoiono ogni anno solo per la diarrea legata all’acqua non sicura, ai servizi igienico-sanitari e alle strutture igieniche, rispetto ai 30.900 dei conflitti.
Il rapporto analizza i tassi di mortalità in 16 Stati colpiti da conflitti prolungati e dimostra come nella maggior parte di essi i bambini sotto i 5 anni hanno probabilità addirittura 20 volte maggiori di morire per diarrea dovuta alla carenza di acqua e igiene che non per effetto diretto dei combattimenti.
Senza acqua, i bambini semplicemente non possono sopravvivere.
Fonte: Unicef, GreenMe