Cashback, moneta bancaria e CDBC

Cashback, moneta bancaria e CDBC

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Tempo di lettura: 4 min

DI STEFANO DI FRANCESCO

comedonchisciotte.org

Quello che proprio non si può rimproverare a questo Governo Conte 2 è la mancanza di fantasia nel provare ad intraprendere percorsi “virtuosi” per gli italiani, estremamente provati dalla crisi sanitaria e da quella economica.

Nasce così, il cashback,  un’iniziativa messa in campo dal Governo per incentivare i pagamenti “non in contante” attraverso un sistema di restituzione in denaro di una percentuale di quanto speso con moneta elettronica.

Per avere diritto al cashback, sarà quindi necessario effettuare almeno 10 operazioni di pagamento con moneta elettronica a fronte delle quali verrà riconosciuto il 10% di rimborso, fino a un massimo di 1.500 euro di spesa complessiva (il rimborso massimo sarà quindi di 150 euro).

Il meccanismo ha la finalità di offrire un maggior risparmio ai consumatori ma  nei fatti, tende a limitare  i pagamenti fatti con denaro contante, che ricordiamo è l’unica forma di moneta avente corso legale nel Paese. Infatti la moneta bancaria attraverso la quale si possono oggi effettuare pagamenti elettronici non è moneta a corso legale , ma moneta ad accettazione volontaria. Questo perché la moneta bancaria rappresenta una “promessa di pagamento” della banca nei confronti del depositante , come riportato dall’art. 1834 del Codice Civile.

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Questo aspetto meramente tecnico ha però indotto una forte reazione da parte della BCE, che si è mostrata critica nei confronti del governo italiano. Secondo quanto riportato dalle agenzia di stampa, la BCE ritiene, ha ragione, che

L’introduzione di un programma di cashback per incentivare i pagamenti elettronici appare una misura sproporzionata alla luce del potenziale effetto negativo che potrebbe avere sul contante, compromettendo l’approccio neutrale verso i vari mezzi di pagamento disponibili.

La Bce apprezzerebbe che le autorità italiane tenessero in debita considerazione i rilievi che precedono adempiendo in futuro al proprio obbligo di consultare la BCE, se del caso.

A questo punto il lettore però potrebbe essere assalito dalla confusione: potrebbe infatti, lecitamente domandarsi “ma come, si parla ovunque di voler tracciare tutti i pagamenti per evitare evasione, elusione, frodi di ogni sorta ed ora la BCE dice che il pagamento elettronico non va bene ? … non capisco …

Eh si caro lettore. Hai ragione a non capire perché per avere il quadro complessivo è necessario inserire una nuovo soggetto: la moneta digitale di banca centrale, CBDC (Central Bank Digital Currency).

E’ questa la tipologia monetaria che secondo le banche centrali dovrà sostituire (noi ovviamente siamo fortemente contrari) il contante in un futuro prossimo, assumendo lo status di moneta a corso legale.

Nella recente pubblicazione della BCE, “Report on a digital euro”, la banca centrale elenca una serie di fattori che, dal suo punto di vista, dovrebbero spingere per la realizzazione di un euro digitale creato dalla BCE. L’Eurosistema concepirebbe l’euro digitale in modo tale da evitare possibili conseguenze indesiderabili per l’adempimento del suo mandato, per l’industria finanziaria e per l’economia in generale. Un euro digitale potrebbe anche sostenere le politiche economiche generali dell’Unione europea (UE) e potrebbe soddisfare le esigenze di pagamento  di un’economia moderna offrendo, oltre al contante, un asset digitale sicuro con funzionalità avanzate.

Per i cittadini ed imprese  la CBDC rappresenterebbe un mezzo di pagamento evoluto, sicuro ed affidabile, non come la moneta elettronica bancaria utilizzata oggi.

Ma la creazione di un euro digitale da parte della BCE potrebbe creare diversi problemi ad esempio, al sistema bancario tradizionale ( una moneta più sicura potrebbe  attirare i depositi che uscirebbero dal sistema bancario tradizionale, obbligando  le banche commerciali ad aumentare la  remunerazione dei conti correnti con conseguenti perdite di margini di intermediazione).

L’ euro digitale, come asset sicuro, potrebbe ad esempio indurre ad una maggiore tesaurizzazione da parte della clientela, sia residente che estera (un po’ come quello che sta oggi accadendo con le crypto valute, individuate da taluni come bene rifugio ed investimento sicuro).

Infine, l’emissione di un euro digitale cambierebbe la composizione, la dimensione del bilancio dell’Eurosistema e quindi inciderebbe sulla sua redditività ed esposizione al rischio. Infatti, dovendo regolare tutti i pagamenti, compresi quelli al dettaglio, il malfunzionamento dell’infrastruttura informatica alla base dell’euro digitale potrebbe causare perdite e danni ai singoli utenti privati sollevando interrogativi sulla responsabilità della banca centrale.

Come abbiamo visto quindi, il tema dell’emissione e creazione di una valuta a corso legale digitale è assai complesso poiché coinvolge tutti gli attori presenti sul mercato.

E’ evidente quindi che la critica rivolta al Governo italiano da parte della BCE trova la ragione nel fatto che l’eventuale aumento dell’utilizzo della moneta elettronica bancaria avverrebbe a scapito della moneta a corso legale creata dalla  stessa BCE (contanti). Quindi, se al posto della moneta bancaria vi fosse stata quella della banca centrale (CBDC), sicuramente nessuna critica sarebbe stata rivolta al Governo nazionale.

Ora tutta questa discussione potrebbe sembrare piuttosto sterile se non fosse che in realtà, quello che si nasconde dietro la proposta della BCE di voler creare una moneta digitale a corso legale , altro non è se non il tentativo, piuttosto palese, di limitare ancora di più la sovranità degli stati nazionali ed in second’ordine, entrare in aperta competizione col mercato bancario tradizionale.

Accentrando presso l’Eurosistema anche l’emissione di un futuro euro digitale, il potere di questo ne verrebbe ancor più aumentato e la dipendenza da questo sarebbe totale poiché finirebbe col controllare l’intera offerta di moneta presente nel sistema economico.

Evitare l’accentramento della creazione monetaria presso il sistema delle banche centrali  è il motivo principale per opporsi a questa prospettiva.

L’unica  moneta elettronica a corso legale che il popolo potrà e dovrà accettare in tranquillità sarà solo quella creata dallo Stato.

Moneta che nascerà senza debito e senza interesse.

Moneta positiva.

Stefano Di Francesco

Vice-Presidente dell’Associazione Moneta Positiva

Tratto da: Comedonchisciotte.org

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