Netanyahu, non ha ammesso la sconfitta ma ha semplicemente spiegato di voler prima “aspettare i risultati definitivi” che dovrebbero arrivare nella giornata di oggi.“Abbiamo raggiunto il nostro obiettivo”, così ha parlato Benny Gantz, leader del partito “Blu e Bianco”. Come ricorda Repubblica, il partito del presidente uscente, il Likud, ha ottenuto 32 seggi che si tradurrebbero in 55 “poltrone” con la sua coalizione, sei in meno rispetto a quelle necessarie per governare. Netanyahu sperava forse di trionfare anche perché il prossimo mese rischia di andare a processo dopo le accuse di corruzione senza una legge di immunità.
Duemila e quattromila i nomi dei “casi” più scottanti. Il “caso 4000” è quello ritenuto più grave dalla stampa israeliana. Secondo l’accusa, il premier avrebbe fatto in modo di favorire la compagnia di telecomunicazioni “Bezeq” anche con regolamenti ad hoc. Operazione agevolata grazie anche al suo ruolo di ministro delle Telecomunicazioni ad interim. In cambio di questi “favori” Netanyahu avrebbe premuto affinché il sito internet del milionario Shaul Elovitch, peraltro anche maggiore azionista alla Bezeq, usasse una linea piuttosto favorevole e accondiscendente nei confronti dell’operato del premier.
Anche nel “caso 2000”, Netanyahu avrebbe fatto pressioni su un giornale, il grande quotidiano Yedioth Ahronoth, chiedendo una linea editoriale favorevole alla propria premiership. In questo caso il favore accordato da Netanyahu a Yedioth Ahronoth sarebbe stato quello di sabotare Israel Hayom, il quotidiano free press più diffuso.
Doveroso anche ricordare che l’elenco delle risoluzioni che il Consiglio di sicurezza dell’Onu ha approvato dal 1951 fino ad oggi e che Israele non ha mai rispettato anche e soprattutto riguardanti violazioni dei diritti umani sono più di 70 (sia chiaro, Netanyahu in questo caso ne è responsabile solo in minima parte). Non poteva mettersi peggio per Netanyahu, premier ininterrottamente dal 31 marzo del 2009 a oggi (ma anche dal 1996 al 1999).
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