Libera: ”Il 13% della corruzione è nella Sanità, Covid la aiuta”

Libera: ”Il 13% della corruzione è nella Sanità, Covid la aiuta”

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Negli ultimi tre anni il 13% degli episodi corruttivi ha riguardato il settore della sanità e in particolare forniture di farmaci, apparecchiature mediche e servizi di pulizia. E l’8% dei 430 illeciti segnalati all’Anac, l’autorità anticorruzione, nei primi sei mesi del 2019 dai whistleblower, erano riferibili al settore sanitario: nomine, appalti e ospedalizzazioni irregolari, malagestione di reparti ospedalieri o strutture distaccate, “malasanità”, false invalidità, favori elettorali in cambio di prestazioni mediche.
Un quadro che rischia di aggravarsi con l’emergenza Covid, anche per la scarsa trasparenza sugli appalti. Lo segnala il dossier “InSanità. L’impatto della corruzione sulla nostra salute” realizzato da Libera e dalla sua rivista Lavialibera e presentato ieri in occasione della Giornata Contro la corruzione.
Secondo il rapporto, in cui si richiamano i dati dell’anca, dall’inizio della pandemia al 17 novembre scorso sono stati messi a bando per affrontare la crisi sanitaria oltre 14 miliardi di euro, per l’acquisto massiccio di servizi e forniture, dalle mascherine ai banchi di scuola, attraverso procedure straordinarie.
Ma le stazioni appaltanti hanno comunicato soltanto importi aggiudicati per 5,55 miliardi. “Per oltre il 60% non si sa nulla. Non si sa cioè se siano stati erogati o meno, in che forme, per farci che cosa. In poche parole, non se ne ha traccia”.

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Inoltre, segnala sempre il rapporto, gli affidamenti di forniture di mascherine hanno “presentato in circa un caso su due varie tipologie di criticità”. Nel 25% dei casi non sono stati rispettati i tempi di consegna e nel 5% gli aggiudicatari sono risultati privi dei requisiti necessari. Le altre criticità hanno riguardato la qualità della fornitura (8 su 52), e le quantità (7 su 52).
Solo in 7 casi su 311 c’è stato il ricorso all’applicazione di penali o risoluzioni contrattuali.
“Ciò significa – ha sottolineato Libera nel documento – che nel 97,5% dei casi, pur in presenza di anomalie evidenti nelle caratteristiche o nella tempistica delle forniture da parte degli imprenditori, gli enti pubblici non sono stati in grado di rilevarle o le hanno ignorate”.
“Lo scenario offerto da questo dossier – ha commentato il presidente di Libera, don Luigi Ciotti cioè sul prezzo pagato in termini di vite non salvate a causa dell’idolatria del denaro e del profitto, non è che una conferma di come il Covid-19 abbia trovato terreno fertile in altri due virus storici di cui non ci si è mai abbastanza occupati. Parlo ovviamente della corruzione e delle mafie, i principali parassiti del bene comune”.
Un invito alla “massima vigilanza” sulla ricostruzione che seguirà alla pandemia arriva dal vice presidente del Csm David Ermini, tra i tanti partecipanti al “Virus della legalità”, la maratona online sulla corruzione organizzata dalla Fondazione De Sanctis e curata da Mauro Pama, garante nazionale delle persone private della libertà.

Tratto da: Antimafiaduemila

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