La Polonia si ferma e dichiara lo stop al divieto di aborto. Il governo guidato dalla destra del premier Mateusz Morawiecki e dell’uomo forte e leader storico Jaroslaw Kaczynski ha deciso di rinviare la traduzione in legge della sentenza della Corte costituzionale, che vietava l’aborto anche nel caso di malformazioni gravi o mortali del nascituro, e di proporre il dialogo col paese reale.
Legge anti aborto: vincono le donne
Almeno la prima battaglia. Dopo quasi due settimane di lotta, la rivoluzione non violenta con il sostegno questa volta anche della società civile ha riportato una decisiva vittoria contro la decisione della Consulta di inasprire duramente le leggi di divieto d’interruzione di gravidanza.
Il Governo spiazzato
Il Governo non si aspettava manifestazioni così congiunte, con la discesa in piazza non solo del movimento “Strajk Kobiet” (sciopero delle donne), ma anche di molti uomini, giovani, e soprattutto di parte della società di conservatori, vicini ai sovranisti e alla Chiesa cattolica rigidamente antiabortista, come agricoltori, tassisti, alcuni poliziotti.
Uscirne diplomaticamente
E adesso il governo, come via diplomatica per uscire dall’impasse, ha lasciato trascorrere i termini, scaduti lunedì, per la pubblicazione della sentenza sulla Gazzetta ufficiale polacca. Con la spiegazione del ritardo spiegata dal portavoce del governo Michal Dworczyk: «Il governo sta analizzando alternative».
Anche l’Ue contro la legge
Chiaramente per gli antiabortisti di estrema destra e gran parte del clero la mancata pubblicazione non è un’azione legale. Ma la replica dell’esecutivo è che «ci vuole più tempo per il dialogo» con il movimento delle donne, le opposizioni, le Ong, la società civile e anche con l’Unione Europea, data l’ammonizione della presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, e della cancelliera tedesca Angela Merkel, le quali avevano subito ammonito che «nella Ue sui diritti delle donne non si torna indietro».
Insomma, in modo implicito, ma trasparente, il potere politico ammette che la rivoluzione non violenta delle donne ha vinto.
Tratto da: Iodonna