Secondo il quotidiano dei vescovi, “Le parole del segretario di Stato americano, che ha tentato di creare tensioni tra le due diplomazie impegnate nel riavvicinamento, non cambiano il percorso impostato. Anzi potrebbero rafforzarlo.”
Il Vaticano non ammette ingerenze, nemmeno dagli USA nei suoi colloqui con la Cina. E’ quanto emerge da un articolo apparso ieri sul quotidiano della conferenza Episcopale, ‘Avvenire’, firmato da Gianni Cardinale.
Non sono piaciute le parole del Segretario di Stato USA, Mike Pompeo. Secondo Cardinale, le parole di Pompeo, sui nuovi colloqui tra Cina e Santa Sede, “completamente ignorate dai media vaticani, vengono considerate nella Prima Loggia come una chiara ‘interferenza’. Che potrebbe meritare anche una risposta.”
Pompeo ricorda ‘Avvenire “dopo aver ricordato che ‘due anni fa la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il partito Comunista Cinese nella speranza di aiutare i cattolici in Cina’, sostiene che nel frattempo ‘l’abuso del Partito Comunista Cinese sui fedeli è solo peggiorato’, e sentenzia che «il Vaticano metterebbe in pericolo la sua autorità morale se rinnovasse l’accordo'”.
Per Cardinale, quello di Pompeo è “Un giudizio tagliente, e non molto diplomatico, che appare in linea con l’ostilità mostrata fin da subito dall’attuale Amministrazione americana rispetto allo storico riavvicinamento tra Cina e Santa Sede. Un antipasto, probabilmente, di quello che dirà durante la sua visita a Roma di fine settembre, quando avrà incontri in con il governo italiano, visiterà la Comunità di Sant’Egidio, e parteciperà ad un convegno sulla libertà religiosa promosso dall’Ambasciata americana presso la Santa Sede.”
Dal quotidiano dei vescovi ricordano che “è difficile pensare che l’uscita di Pompeo possa spostare, anche di una sola virgola, la posizione vaticana riguardo il dialogo con Pechino. Come ha spiegato non più di una settimana fa il cardinale segretario di Stato, Pietro Parolin, c’è la volontà di confermare l’accordo provvisorio biennale sulla nomina dei vescovi con Pechino, firmato il 22 settembre 2018. ‘La nostra intenzione – sono le sue parole – è che sia prolungato, che si continui ad adottarlo ad experimentum, come è stato fatto in questi primi due anni, in modo da verificarne ulteriormente l’utilità per la Chiesa in Cina’.
Cardinale conclude che “Se le parole di Pompeo non cambieranno l’attitudine vaticana, può accadere invece che, paradossalmente, vadano a rafforzare l’intesa sino-vaticana. Oggi più che mai, Pechino è disposta a maggiori concessioni con interlocutori criticati piuttosto che “benedetti” da Washington.”
Tratto da: L’Antidiplomatico
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