Sulle scarcerazioni legate all’emergenza coronavirus “decise dalla magistratura in piena autonomia e indipendenza nel bel mezzo della pandemia”, il ministro della Giustizia ha “già avviato uno stretto monitoraggio per verificare l’applicazione dei due decreti antimafia”, che hanno imposto ai giudici di rivalutare le loro decisioni. Lo rende noto lo stesso ministro Alfonso Bonafede in un post su Facebook. “Un articolo di stampa – esordisce il Guardasigilli riferendosi all’articolo di La Repubblica – riprende oggi il tema delle scarcerazioni legate all’emergenza Covid. Per evitare che si faccia (volutamente) confusione tra le competenze e responsabilità istituzionali sancite dalla Costituzione, chiarisco quanto segue. Dopo le note scarcerazioni, decise dalla magistratura in piena autonomia e indipendenza nel bel mezzo della pandemia, su mia iniziativa il governo ha approvato due decreti, che hanno imposto di rivalutare, con il parere obbligatorio delle direzioni distrettuali antimafia, la posizione di tutti i detenuti per reati gravi posti ai domiciliari. Sono decreti che hanno modificato leggi in vigore da almeno cinquanta anni e che nessuno aveva mai cambiato”, spiega Bonafede sul social network. “In base a quanto previsto, i detenuti (posti ai domiciliari, ci tengo a ribadirlo, in forza di un provvedimento giudiziario) sono dunque tornati davanti ad un giudice, che ha preso le sue decisioni, ovviamente in assoluta autonomia. Come per tutti i provvedimenti in materia di giustizia, ho già avviato uno stretto monitoraggio per verificare l’applicazione dei due decreti antimafia”, conclude il ministro.
Tratto da: Antimafiaduemila
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