Grave fuoriuscita di petrolio nelle Filippine. E’ accaduto il 3 luglio, ma la notizia è passata quasi sotto silenzio. Secondo la Guardia costiera filippina circa 130.000 litri di petrolio si sono sparsi lungo il fiume Iloilo e i suoi affluenti prima di essere contenuto otto ore dopo. All’origine del disastro, un’esplosione a bordo di una chiatta galleggiante nel canale navigabile di 13 chilometri che collega la città di Iloilo e l’isola di Guimaras. Evacuate centinaia di famiglie.
Il petrolio sta minacciando la foresta di mangrovie di Guimaras, un’area che si sta appena riprendendo dalla più grande fuoriuscita del paese nel 2006. Secondo le prime ricostruzioni, l’operatore AC Energy Inc. sostiene che i litri di petrolio finiti nel fiume siano 48mila ma il 4 luglio, il giorno dopo il disastro la Guardia Costiera ha stimato di averne raccolto 130.000.
“La causa principale deve ancora essere determinata ma i primi risultati rivelano che lo scarico è attribuibile all’accensione dell’olio combustibile durante lo stoccaggio che ha rotto il serbatoio del carburante della chiatta. La Società ha immediatamente attivato i protocolli attraverso boom di contenimento, ma a causa delle forti onde oceaniche, parte dell’olio combustibile è fuggito dall’area di confinamento” ha detto AC Energy in una nota.
Lo stesso giorno oltre 170 membri del personale di AC Energy e della Guardia costiera con 14 imbarcazioni hanno avviato il recupero del residuo galleggiante rimanente.
Nel frattempo, circa 120 famiglie nella zona vicina sono state trasferite alla scuola elementare di Barangay Obrero in coordinamento con i funzionari del governo locale, mentre sono state avviate le operazione di bonifica. Si tratta di 320 persone che hanno dovuto lasciare le loro case, almeno temporaneamente.
“La compagnia continua a fornire a queste famiglie cibo, assistenza sanitaria, DPI e altre necessità e sta lavorando a un ulteriore trasferimento in altre scuole vicine per garantire il distanziamento sociale” prosegue. “La Società coinvolgerà anche esperti di terze parti per determinare la causa dell’esplosione al fine di evitare simili situazioni in futuro”.
Purtroppo non è il primo disastro ambientale simile. Già nel 2006 le Filippine avevano dovuto fare i conti con un altro grave sversamento di petrolio.
“La fuoriuscita di petrolio avrà effetti duraturi sull’ambiente marino e sulle comunità. Ecco perché il piano di recupero post-pandemia del paese deve includere una transizione urgente e giusta al 100 % di energie rinnovabili!” ha scritto Greenpeace Filippine.
“Questa fuoriuscita di petrolio è una grande minaccia per la vita marina e per la salute e il sostentamento delle comunità di Iloilo e Guimaras. Le comunità di pescatori e costieri stanno già lottando per adattarsi agli impatti logistici ed economici della pandemia che hanno causato grandi perdite nelle loro fonti di reddito e sicurezza alimentare. I nostri pensieri sono con queste comunità che ora stanno subendo un duro colpo per la loro salute e mezzi di sostentamento” ha aggiunto Khevin Yu, attivista di Greenpeace nelle Filippine.
Tratto da: GreenMe