Di Massimo Mazzucco
La casa di cosmetici l’Oreal ha deciso di eliminare da tutti i suoi prodotti le parole “bianco” e “sbiancante”, così come ogni riferimento ai termini “chiaro” e “schiarente” dalle creme per la pelle
Anche la Unilever, altro colosso della chimica mondiale, ha deciso di togliere il termine “fair” (chiaro) da una crema sbiancante per la pelle. La Unilever ha detto che non useranno più parola “fair” perchè da oggi vogliono “celebrare tutti i toni della pelle”.
Di contro la scuderia Mercedes ha deciso che il colore della sua monoposto, per il prossimo campionato di Formula 1, sarà nero. Il direttore della scuderia, Toto Wolff, ha dichiarato: “Razzismo e discriminazione non hanno posto nella nostra società, nel nostro sport, nella nostra squadra: è un principio fondamentale per Mercedes”.
La nostra è una società della cosmesi. Ed è infatti ironico che le aziende di cosmetica, quelle che per definizioni fanno prodotti che servono a “cambiare le apparenze”, siano proprio le prime a credere di “risolvere” il problema del razzismo ricorrendo alla cosmesi delle parole. Infatti, non è che tolgono dal mercato i prodotti sbiancanti – ci mancherebbe, questo significherebbe perdere un sacco di soldi! – ma tolgono semplicemente la parola “sbiancante” dal prodotto sbiancante. Il prodotto però rimane. Il business non si tocca. E’ solo cosmesi, appunto. L’estetica delle parole.
Altrettanto cosmetica la scelta della Mercedes, che sembra credere che basti dare una verniciata di nero a qualche cosa per aver sposato la causa dell’antirazzismo. A parte che la Mercedes ha già l’unico pilota nero di tutto il circus, per cui non avrebbe nemmeno bisogno di gesti simbolici come questo, ma la nostra è una società della cosmesi, e loro devono adeguarsi.
La nostra è una società delle apparenze.
E noi siamo disposti a cambiarle e stravolgerle tutte, purché la quintessenza della nostra società – che è sostanzialmente classista e razzista – non venga intaccata.
Le donne che vogliono sbiancarsi la pelle continueranno tranquillamente a farlo, anche se sulla loro crema non ci sarà più stampigliata la parola “sbiancante”.
La Formula 1 con il suo circo miliardario continuerà a sfrecciare accanto alle favelas dei neri di San Paolo, ma la macchina che vince sarà dipinta di nero, e quindi nessuno potrà accusarli di razzismo.
I poliziotti bianchi continueranno ad ammazzare i cittadini neri, soltanto non potranno più mettergli in ginocchio sulla gola, come ha fatto Chauvin con George Floyd. Troveranno altri modi per farlo, ma esteticamente ( cosmeticamente, appunto) non sarà più così brutto da vedere.
Perché quel che conta nella nostra società è ciò che si vede, e non ciò che è.
Massimo Mazzucco
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