Il presidente delle Filippine Rodrigo Duterte ha dato mandato per recedere dall’accordo di cooperazione militare con gli Stati Uniti che permetteva alle forze Usa di stazionare liberamente sul territorio filippino.
Così il portavoce del presidente Salvador Panelo: “È giunto il momento di fare affidamento su noi stessi, potenzieremo la Difesa e non conteremo più su nessun altro Paese”.
Fin qui la notizia di Sputnik, che non giunge nuova, dato che la presidenza di Duterte è stata caratterizzata da due direttrici principali: la guerra al traffico di droga, combattuta con una brutalità equivalente a quella della gang, e la ricerca di un nuovo status per il Paese per porre fine al rapporto ancillare che lo lega agli Stati Uniti.
Peraltro l’intenzione di stracciare il trattato di cooperazione militare era stato annunciato lo scorso gennaio (Reuters). Evidentemente a Washington non hanno dato grande peso al suoi monito, anche perché la politica americana era preda delle feroci convulsioni causate dal procedimento di impeachement contro Trump.
Così si consuma un distacco dagli Usa che ha qualcosa di storico (a meno di rivolgimenti, dato che Washington non cederà facilmente).
Tratto da L’Antidiplomatico
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