“Chiederemo a Tap un risarcimento miliardario per il danno d’immagine causato alla Puglia con la costruzione del gasdotto a Melendugno, la cui procedura di localizzazione oggi viene dichiarata illegittima dalla Procura di Lecce”. Con queste parole il governatore della Puglia, Michele Emiliano, ha commentato la notizia del rinvio a giudizio dei vertici della società e di altre aziende coinvolte nel progetto Tap, il gasdotto in costruzione nel Salento. La richiesta del risarcimento miliardario in virtù del fatto che la Regione Puglia è stata individuata come parte civile nel processo che avrà inizio il prossimo 8 maggio davanti al Tribunale di Lecce. Sono 15 le parti offese. Tra queste sono state individuate la Regione Puglia, 8 Comuni, il Ministero dell’Ambiente, il presidente del Comitato No Tap Salento e alcune associazioni ambientaliste.
A processo per reati ambientali, citati a giudizio dal procuratore di Lecce, Leonardo Leone De Castris e iì sostituto Valeria Farina Valaori, sono finiti Tap e i top manager della multinazionale, tra cui Luca Schieppati ed Elisabetta De Michelis, l’ex country manager Michele Mario Elia, il project manager della società, Gabriele Paolo Lanza. a giudizio anche i dirigenti di Saipem, la ditta appaltatrice dei lavori di costruzione del crotunnel e del tratto di condotta offshore Albania-Italia così come i titolari delle aziende appaltatrici. Tap ha dichiarato di non essere preoccupata e ritiene di poter completare i lavori entro il mese di ottobre per avviare le forniture del gas entro la fine del 2020, così come previsto negli accordi. Emiliano invece, replica che la società ha poco da stare serena e ricorda l’inchiesta sulla mancata applicazione della direttiva Seveso nell’iter autorizzativo, ancora aperta.
Fonte: Sputnik Italia
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