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La Russia presiede a Mosca con Shojgu un primo incontro dei ministri della difesa di Siria e Turchia. Impegno comune dei due paesi contro le milizie curde al servizio degli occupanti USA. Secondo fonti siriane, riprese dal canale TV libanese Al Manar, Ankara avrebbe accettato di rispettare la sovranità e l’integrità territoriale della Siria (quindi di ritirare le sue truppe)
Al termine del primo incontro ufficiale a livello ministeriale tra Turchia e Siria da dieci anni, Ankara secondo i media siriani avrebbe accettato di ritirare le sue truppe dal nord della Siria. Il 28 dicembre si è svolto nella capitale russa un incontro tra i ministri della Difesa turco, siriano e russo. Secondo il quotidiano siriano vicino al potere che cita fonti di Damasco avrebbero concordato il ritiro delle truppe turche dal nord della Siria. Ankara, inoltre, ha confermato “il rispetto per la sovranità e l’integrità territoriale della Siria”.
Secondo il quotidiano siriano al Watan (da non confondere con l’omonimo qairota, ndr) per garantire l’attuazione degli accordi raggiunti sono state create commissioni specializzate e sono possibili nuovi incontri.
Il russo Sergei Shoigu, il turco Hulusi Akar e il siriano Ali Mahmoud Abbas hanno inoltre concordato di definire il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (PKK) una “milizia al soldo di Stati Uniti e Israele”, che rappresenta “il più grande pericolo per Siria e Turchia”.
“Il riavvicinamento e la riconciliazione con Damasco “sono ora nell’interesse di Ankara”, scrive al-Watan. Durante l’incontro del 28 dicembre a Mosca, come riferisce il ministero della Difesa russo i tre ministri della difesa hanno discusso di “modi per risolvere la crisi siriana” e di “sforzi congiunti per combattere i gruppi estremisti in Siria”. In novembre, la Turchia aveva intensificato il bombardamento delle postazioni curde, che definisce “terroristiche”, nel nord della Siria e aveva minacciato di lanciare contro di loro un’offensiva di terra. Senza però dar seguito alla minaccia. La situazione a Idleb, provincia della Siria occidentale occupata da piccoli gruppi sostenuti da Ankara, che vi mantiene alcune posizioni, non sembra essere stata citata.
Parlando per il quotidiano turco as-Sabah, il ministro della Difesa turco ha detto dell’incontro: “La cosa più importante che abbiamo affermato durante l’ultimo incontro è che sosteniamo l’unità del suolo siriano e la sua sovranità e che il nostro unico obiettivo è la lotta contro terrorismo. E abbiamo sottolineato che un terzo della Siria era dominato da gruppi terroristici”.
Giustificando la presenza turca sul suolo siriano, Akar riferisce di aver sottolineato che mira a “combattere il Partito dei lavoratori del Kurdistan, le Unità di protezione del popolo curdo (YPG), Daesh e altri terroristi e a prevenire l’emigrazione collettiva”.
“Ai siriani abbiamo detto che abbiamo bloccato il corridoio terroristico e quindi abbiamo contribuito alla loro integrità territoriale”, ha inoltre assicurato, riferendo anche di aver sottolineato l’importanza di garantire il ritorno sicuro e volontario dei profughi siriani nelle loro case.
L’incontro di Mosca è il primo di questo genere tra i ministri della Difesa di Siria e Turchia dallo scoppio della crisi siriana nel 2011 e dalle tensioni scaturite dal sostegno di Ankara ad alcuni gruppi dell’opposizione siriana che Damasco definisce “terroristi”.
Negli ultimi mesi è stato osservato un cambiamento importante nella politica turca, poiché il presidente turco ha moltiplicato le sue dichiarazioni di essere pronto a incontrare il suo omologo siriano, ma quest’ultimo ha fatto orecchie da mercante.
Il ministro degli Esteri turco Mevlut Cavusoglu e il siriano Faisal Mekdad avevano avuto un breve colloquio informale a margine di un vertice regionale tenutosi nel 2021, e Ankara ha poi affermato di aver comunicato con Damasco a livello dei servizi di intelligence.
Tratto da: L’Antidiplomatico