Di Paolo Maddalena
Il pensiero neoliberista, che ha trasformato il sistema economico globale in un sistema egoistico e predatorio, riverbera i suoi effetti anche sul tema della immigrazione, che è certamente un problema epocale che va visto nella sua interezza e non è suscettibile di provvedimenti parziali e limitati.
Esso invero deve essere studiato come un fatto inarrestabile, conseguente proprio al sistema predatorio dei Paesi occidentali più evoluti economicamente, i quali hanno sfruttato le immense ricchezze dell’Africa e hanno fatto in modo che i loro abitanti dipendessero da dittatori che mirano al loro personale interesse, calpestando i diritti fondamentali dei cittadini sottoposti al loro governo.
I responsabili di questo disastro umanitario sono pertanto coloro che agiscono sul mercato generale e coloro che ancora considerano parti dell’Africa come colonie da sfruttare.
In Italia il governo Meloni ha dimostrato di non avere piena consapevolezza del fenomeno migratorio, e, facendo leva sui più abietti sentimenti dell’animo umano, diffusi per altro in una limitata cerchia di cittadini, ha riproposto, sostenuta soprattutto dal Ministro Salvini, l’angoscioso problema della chiusura dei porti, come se un fenomeno di così grande portata potesse essere risolto con un semplice rimedio amministrativo.
Questo governo ha sbagliato in pieno: innanzitutto perché gran parte di cittadini italiani hanno un forte senso di responsabilità e di accoglienza, e in secondo luogo perché quegli stessi elettori di Fratelli d’Italia che hanno la mente oscurata dai citati principi neoliberisti sono rimasti insoddisfatti dall’esito di quanto deciso in proposito.
Infatti il governo Meloni ha dapprima bloccato lo sbarco di 4 navi Ong, tre delle quali approdate dopo enormi difficoltà nei porti di Catania e Reggio Calabria, ha poi ritenuto, nel tentativo estremo di dare un contentino ai propri elettori, di consentire lo sbarco soltanto alle persone fortemente bisognose o ammalate, consegnando questo orribile screening ai medici del Ministero della Sanità.
I quali hanno fatto il loro dovere e hanno ritenuto che tutti gli imbarcati dovevano scendere a terra perché il rinvio di solo alcuni di essi in mare aperto e senza prospettive di salvezza avrebbe prodotto effetti fortemente nocivi sul piano psicologico-sanitario.
Come si nota la improvvida e superficiale decisione del governo Meloni si è rivolta contro gli stessi autori.
Capitolo angoscioso è anche quello che riguarda l’Unione europea, la quale ai sensi dell’articolo 80 del testo unico sul funzionamento dell’Unione europea (TFUE), dovrebbe agire, per quanto riguarda l’immigrazione, secondo i principi di solidarietà ed equa ripartizione dei migranti, tenuto conto anche degli aspetti economici.
La decisione di Macron di far sbarcare la quarta nave delle ONG con 241 persone a bordo, prima nel porto di Marsiglia, e poi in quello di Tolone ha suscitato in Francia la bieca reazione di Le Pen e della destra francese.
Insomma, di fronte a un fatto inarrestabile, la cupidigia umana resiste in modo illogico e alla fine autolesionista.
Da precisare, per quanto riguarda il governo italiano, che in base all’accordo di Dublino, l’Italia è tenuta ad accogliere i migranti come porto di primo ingresso provvedendo in un secondo momento a un’equa ripartizione del carico all’interno dell’UE.
In proposito la Meloni, dimostrando ancora superficialità di vedute, ha distinto causidicamente tra profughi e migranti, ponendo in evidenza che i profughi (non si sa bene cosa Ella volesse indicare con questo termine) sono soltanto il 10% del totale dei migranti.
Ella ha compiuto così un altro passo falso, perché la Convenzione di Ginevra impone il salvataggio in mare di chiunque si trovi in difficoltà e comunque prevale su tutto il principio di protezione umanitaria, principio che Ella ha già cancellato nel primo decreto legge sicurezza, sostituendolo con la vaga espressione di permessi per ragioni speciali.
Insomma l’azione governativa si svolge ancora una volta in violazione delle norme internazionali sul diritto del mare e sopratutto in violazione dell’articolo 2 della nostra Costituzione che tutela in assoluto i diritti inviolabili dell’uomo, cioè di ogni uomo a qualsiasi razza o popolo appartenga.
Il “noi tireremo dritto” della Meloni dimostra in pieno che Ella intende affidarsi a un principio che contraddice il buon governo perché si traduce in un potere illimitato di quest’ultimo senza tener conto che lo stato di diritto presuppone di sentire tutti, di ammettere i propri limiti e di osservare almeno i principi fondamentali della nostra Costituzione repubblicana e democratica.
Tratto da: L’Antidiplomatico