di Massimiliano Esposito
Se pensiamo alle enormi distese di terreni incolti o da pascolo abbandonati abbiamo migliaia di chilometri quadrati disponibili di energia potenzialmente pulita e mai sfruttata. In più, la posizione strategica e complementare degli appennini interni può sviluppare ancora tantissima energia idroelettrica, sostenibile ed a basso impatto ambientale.
Dopo il boom dell’eolico, ed i risultati ancora tutti da scrivere, attendiamo ancora una programmazione legata alla sperimentazione della conversione di energia elettrica proveniente dalle onde del mare, altra peculiarità specifica geografica della penisola. Con tutte queste opportunità perché relegare ancora tutto alla dottrina energetica fossile, inquinante, ancestrale, legata a forti interessi economici e squilibri di prezzi precari per conflitti geopolitici di pericolosa evoluzione.
Molti di noi sanno perché non c’è stata una programmazione e progettazione energetica verde, che ci allontanasse dall’assistenzialismo di combustibili fossili, e dunque dal gravare sulle tasche di famiglie e lavoratori. Ci sono tanti soldi in ballo in questo periodo, gli extragettiti delle società energetiche ne sono il coefficiente più palese, ma perché l’Italia non ha una politica sovrana energetica?
Perché paghiamo la bolletta elettrica più cara d’Europa? A volte mi soffermo a guardare e riguardare le interviste in bianco e nero di Enrico Mattei, e mi rendo conto di tante cose, come se ci fossero delle gabelle primordiali a cui siamo condannati senza appello, poiché vicereame di qualcos’altro. Che dire, in Terra dei Fuochi, vorrei gli impianti solari sulle discariche bonificate, che fornissero energia pulita ed economica, a scuole ed ospedali.
Vorrei l’autonomia del verde comunale, con una Central Park, per legge, in ogni nucleo territoriale superiore i 15 mila abitanti.
Vorrei densità abitative sostenibili, regimi di produttività, sempre per legge, con periodi di intervalli per rigenerazione. L’individuo, l’umanità, hanno dei nemici potentissimi che hanno colonizzato mentalità ed abitudini. Il Mercato è il dogma, il Capitalismo è il metodo, entrambi padroni della Politica e delle tentacolari modalità che influenzano le nostre vite.
Senza preminenza dell’interesse collettivo rispetto al profitto, saremo sempre degli schiavi, col collare delle speculazioni finanziarie, fatte da pochissimi a carico dei tantissimi lavoratori che sudano il salario, per essere sempre più poveri, e vessati.
Tratto da: L’AntiDiplomatico
Fonte foto: Lifegate
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