I suoi post sui social avrebbero “violato l’ordine pubblico” e minato “il tessuto sociale saudita”, è la condanna più lunga mai inflitta a una donna nel paese e arriva a pochi giorni da un’altra censura simile
Di Dominella Trunfio
Quarantacinque anni di carcere per dei tweet sui social che secondo il governo dell’Arabia Saudita avrebbero “violato l’ordine pubblico” e minato “il tessuto sociale saudita”. Questa la condanna per Nourah bint Saeed al-Qahtani che secondo le autorità avrebbe violato la legge antiterrorismo e la legge sull’anti-criminalità informatica. A darne notizia è la Democracy for the Arab World Now (DAWN) e il tutto sarebbe stato confermato da fonti saudite.
Su Nourah bint Saeed al-Qahtani si hanno poche informazioni, ciò che sappiamo è che questa è la condanna più lunga mai inflitta a una donna nel paese. Secondo Amnesty International, le autorità saudite si sono appellate al tribunale per mettere a tacere le voci dei dissidenti.
“Solo poche settimane c’è stata la condanna di Salma al-Shehab a 34 anni di carcere, una donna che aveva espresso la propria opinione sui social, adesso arriva la condanna di al-Qahtani. Tutto ciò mostra quanto le autorità saudite si sentano incoraggiate a punire anche le critiche più lievi che provengono dai suoi cittadini”, dice Abdullah Alaoudh, direttore di DAWN e continua: “È impossibile non notare l’aumento degli attacchi repressivi contro chiunque osi criticare il principe ereditario o il governo saudita”.
BREAKING: Saudi authorities have sentenced Nourah bint Saeed al-Qahtani to 45 yrs in prison after the Specialized Criminal Court convicted her of “using the Internet 2 tear the [country’s] social fabric” & “violating the public order by using social media”.https://t.co/HZeRdhofpn
— DAWN MENA (@DAWNmenaorg) August 30, 2022
La Democracy for the Arab World Now (DAWN) è un’organizzazione fondata dal Washington Post e dal giornalista e scrittore Jamal Khashoggi entrato nel consolato arabo in Turchia e mai più uscito. La DAWN è riuscita a visionare i documenti della Divisione d’Appello della Corte Penale Specializzata che ha emesso la sentenza contro al-Qahtani confermando che la donna sarebbe stata condannata proprio per i post sui social.
“In entrambi i casi, quello di al-Shebab e al-Qahtani, le autorità saudite hanno utilizzato leggi abusive per prendere di mira e punire i cittadini sauditi per aver criticato il governo su Twitter”, ha affermato Alaoudh.
Fonte: DAWN, greenMe
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