Cronache da un Senato poco assennato di fine maggioranza

Cronache da un Senato poco assennato di fine maggioranza

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Si chiude la votazione con 133 voti, 95 SI e 38 NO: l’attuale governo Draghi al capolinea

Di Verdiana Siddi, tratto da: ComeDonChisciotte.org

Con le dovute eccezioni, Lega e il Mo’ViMento assenti o presenti non votanti. Glissano anche alcuni da Forza Italia e Fratelli d’Italia. PD e Italia Viva esprimono nel complesso la fiducia al governo Draghi.

Inizia con la presentazione del Senatore Segretario: “Processo verbale 13 luglio 2022, il Senato passa il disegno di legge 2668 di conversione in legge con modificazioni del decreto-legge del 17 maggio 2022, n.50 – recante misure urgenti in materia di politiche energetiche nazionali, produttività delle imprese, attrazioni degli investimenti, politiche sociali e crisi ucraina.”

La parola al presidente Mario Draghi:

Signor presidente [interferenze e fischi dall’impianto audio], onorevoli senatrici e senatori. Giovedì scorso ho rassegnato [voce metallica, interferenze] le mie dimissioni nelle mani del presidente della repubblica Sergio Mattarella, questa decisione è seguita al venir meno ella maggioranza di unità nazionale… Io credo ci sia qualcosa che non funziona qui…

Vengono sistemati i microfoni da alcuni ministri a lui vicini.

Forse ora va meglio… va meglio, va meglio!

In effetti si sentiva molto meglio.
Draghi riprende il discorso dove interrotto e prosegue raccontando della votazione sul dl Aiuti della scorsa settimana, che confermava quanto espresso in sede di Consiglio dei Ministri dal MoV, a seguito della quale aveva deciso di presentare le sue dimissioni.

Il presidente della repubblica ha respinto le mie dimissioni e mi ha chiesto di informare il parlamento di quanto accaduto, una decisione che ho condiviso.

Come solo i migliori, Draghi ha presentato le sue dimissioni anche dopo aver ottenuto la fiducia, per onestà intellettuale dato l’abbandono dell’aula dai cinquestelle, ma senza che queste venissero accolte dal presidente Mattarella.

Lo scorso Febbraio il presidente della repubblica mi affidò l’incarico di formare un governo per affrontare le tre emergenze che l’Italia aveva davanti: pandemica, economica, sociale. “Un governo” furono queste le sue parole “di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica. Un governo che faccia fronte con tempestività alle gravi emergenze non rinviabili.”
Tutti i partiti con una sola eccezione decisero di rispondere positivamente a quell’appello.
Nel discorso d’insediamento che tenni in quest’aula feci esplicitamente riferimento allo spirito repubblicano [sorride] del governo, che si sarebbe poggiato sul presupposto dell’unità nazionale.

“Un governo che non debba identificarsi con alcuna formula politica”, “unità nazionale”. Posto che, più avanti nel discorso, asserisce in prima persona

In questi mesi l’unità nazionale è stata la miglior garanzia della legittimità democratica di quest’esecutivo e della sua efficacia. Ritengo che un presidente del consiglio che non si è mai presentato agli elettori debba avere in parlamento il sostegno più ampio possibile. Questo presupposto è ancora più importante in un contesto di emergenza in cui il governo deve prendere
decisioni che incidono profondamente sulla vita degli italiani.

Quale legittimità può avere un governo con a capo un tecnico mai eletto, che si basa dunque sul sostegno del parlamento, ma che chiede al parlamento stesso di non esprimersi in base ai programmi politici presentati agli elettori? Cioè, un appiattimento corale nel nome di una unità nazionale che rinunci però ad ogni ideologia, idea, identità (politica e non solo), può garantire anche solo una parvenza di rappresentanza popolare?

Dopo un breve elenco di elogi al suo governo, il premier sottolinea un dato fondamentale

Ritrovata credibilità collettiva, che ha contenuto il costo del debito anche in fase di rialzo dei tassi di interesse.

E poi precisa

La vostra disponibilità a mettere da parte le differenze per il bene del Paese!

Tra le avversità che si sono superate grazie alla coesione di gran parte del Paese, ricorda gli sforzi per l’emergenza sanitaria, la campagna vaccinale straordinariamente partecipata, le scelte rispetto alla guerra in Ucraina soprattutto quelle sull’ospitalità celere ai profughi (meno sull’invio delle armi), e il PNRR: questo pozzo di opportunità.

Mai come in questi momenti sono stato orgoglioso di essere italiano. [applausi]

Ma la priorità per il presidente è l’agenda di modernizzazione dell’Italia, ma non evita di accusare il parlamento di aver, nel corso dei mesi, esaurito il desiderio di andare avanti insieme, indebolendo le posizioni nei confronti di Putin e nei confronti dell’invio di armi all’Ucraina.

Come ho detto in consiglio dei ministri il voto di giovedì scorso ha certificato la fine del patto di fiducia che ha tenuto insieme questa maggioranza.

Ma i numeri ci sono con o senza i cinquestelle, per ora, eppure in una riflessione profonda Mario Draghi si interroga di nuovo ed interroga tutti

Può questo governo ancora governare?

Propone quindi un programma su quattro fronti, che possa ridurre le disuguaglianze e favorire l’inclusione – concetti triti e ritriti-, 55 obbiettivi da coronare per poter ricevere un’altra rata da 19mld dal PNRR. Noi viviamo di rate ormai, il comparto produttivo a che serve? E i servizi a che servono? E la scuola pubblica a che serve? Tanto basta riformare questo, censurare quell’altro, e arrivano le rate! E poi quei 55 obbiettivi di cui parla andrebbero ben bene sviscerati, si tratta di infrastrutture digitali [per il supercontrollo], del rilancio del turismo [per i patrimoni naturali ed artistici da privatizzare], la creazione di alloggi universitari [per il supercontrollo], politiche per la lotta contro il lavoro in nero.

Propone anche di eliminare l’”inutile burocrozia”, ma non specifica quale burocrazia sarà considerata utile. Menziona il problema tempistiche burocratiche degli appalti pubblici e rimarca il suo impegno

Dobbiamo tener le mafie lontane dal PNRR.
E’ il modo migliore per onorare la memoria di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

In piedi, applaudono tutti i membri del parlamento, al termine degli applausi aggiunge

Giovanni Falcone e Paolo Borsellino e degli uomini e donne delle loro scorte.

E il magistrato Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone.
Il presidente Draghi elenca una parte dei molteplici problemi che affliggono il Paese, ma poi, finalmente spiega il perché dei perché

Questo governo si identifica pienamente nell’Unione Europea, nel Patto Transatlantico.

Ribadisce la posizione chiara e forte “nel cuore dell’UE, del G7, della Nato” di

aiutare l’Ucraina in ogni modo, come questo governo si è impegnato a fare con una risoluzione parlamentare. (Applausi)

Parla infine della Russia, e riferendosi al presidente Putin il tono si fa nervoso

L’Italia è un Paese libero e democratico. Davanti a chi vuole provare a sedurci con il suo modello autoritario, dobbiamo rispondere con la forza dei valori europei. (applausi)

Quali valori europei? Le infrastrutture futuristiche o il gender davanti alla Sanità Pubblica? Passa dal tetto al prezzo del gas russo alla riforma del mercato elettrico (con impegno diretto a partire dagli impieghi domestici, ovviamente), al tutelare le famiglie e sostenere i settori produttivi.
Parla di potere d’acquisto delle famiglie e delle imprese… ma che fa? Racconta le barzellette anche in piena campagna elett… mh mh, scusate, nel pieno delle votazioni per la conversione in legge del decreto del 17 Maggio 2022 n.50.

All’Italia serve un patto di fiducia serio e e concreto!

All’Italia serve potersi esprimere e scegliere da chi farsi rappresentare.
Ma il Premier ha una qualche verità in tasca che gli permette sfrontatezze di ogni sorta, infatti conclude così il suo discorso

Siamo qui, in quest’aula oggi, solo perchè gli italiani lo hanno chiesto. [Proteste dall’aula]

In effetti ciò che l’on. Rauti durante il dibattito chiama “epidemia indotta di appelli a restare” non è stata questo gran successo, ha colpito apprendere che alcuni enti si fossero mobilitati per questa causa, dopo due anni di ottimi motivi sprecati, forse questo ha fatto da cassa di risonanza, ma per il resto non risulta che una manciata di fedelissimi, e non il volere degli italiani.

Le posizioni rimbalzate da una poltrona all’altra, comprese quelle del presidente del consiglio, parevano la fiera dell’Ego, più che un dibattito sull’attuale crisi di governo innestata ai molteplici aspetti che già formano la profonda crisi del Paese e, se vogliamo, dell’Europa.
Niente di buono, salvo qualche intervento illuminato e tra questi cito l’on. Granato (CAL/Ancora Italia)

Gli italiani hanno capito che Draghi vuole ridurre l’Italia come fu per la Grecia.

e prosegue inoltre denunciando le scelte irresponsabili del governo, tra le quali l’aver pianificato l’”eliminazione fisica dei soggetti fragili ed anziani”.

Quello di cui si è macchiata questa amministrazione è aberrante. Quello che si deve fare a questo punto….

Purtroppo le chiudono il microfono mentre parla.
Nel complesso, ciò che è stato dibattuto non è stato il germe di ciò che al popolo urge da tempo. No, oggi abbiamo avuto una riconferma che la nostra classe politica è stata inquinata, e non abbiamo che pochissimi politici per vocazione a difenderci, la vera e vasta maggioranza è quella degli attori da quattro soldi.

Quindi se il senatore Di Nicola può inondare qualsiasi ascoltatore con il lago di disinfettanti elogi per questo governo, lo stesso non vale per la senatrice Granato che si vede interrotta bruscamente durante il suo intervento. Son dati importanti.

Italia Viva si muove moderatamente a favore del governo, mentre il Partito Democratico scaglia da subito le saette della crociata e riporto qualche parola-chiave dall’intervento dell’on. Misiani:
La guerra (“che non ha fine”);
La pace (da lavorarci su);
Tensione sui mercati finanziari (“per i quali la stabilità e la credibilità di un governo sono fattori chiave”)
Crisi energetica;
Inflazione;

Ma credibilità di un governo oppure di un presidente del consiglio, insieme a un presidente della repubblica?

Alla Lega invece serviva un accordo per un governo nuovo,

Con lei, Presidente!

nelle parole dell’on. Romeo, ma senza i cinquestelle. Non l’hanno trovato e questo ne ha portati molti fuori dall’aula al momento del voto.

La Russa (Fratelli d’Italia) che cita Gaber, da cornice, ed Errani (ArticoloUno) nelle grandi ovvietà “all’Italia serve un governo!”. Gasparri (ForzaItalia) invocante la “discontinuità rispetto alle sceneggiate” che ricorda al presidente Draghi che oltre a sindaci-enti-associazioni a sostenerlo c’è il Presidente della Repubblica, “il primo cittadino del Paese” che ha respinto le sue dimissioni, e che a quanto si evincerebbe dal suo discorso vale più del voto dei cittadini italiani.

Del Movimento Cinquestelle interviene Licheri:

Non troverete un Cinquestelle che sulla base di una convenienza elettorale faccia cadere un governo, perché siamo fatti così.

Che vogliamo farci? Sono fatti così. Non sono terrorizzati, no, è che sono proprio fatti così. Ed infatti non gliele manda mica a dire al presidente Mario Draghi:

Ricorderà che mentre tutti si spellavano le mani come salutando il re taumaturgo io le dissi “non consideri mai la nostra fiducia incondizionata, una fiducia in bianco. Faccia attenzione, perché noi entriamo nel suo governo se possiamo continuare a difendere il frutto del nostro lavoro”.[…] Il prossimo inverno il 20% delle famiglie italiane dovrà scegliere se mangiare, scaldarsi o pagare l’affitto, perché tutt’e tre le cose non se le potrà permettere […] Noi chiediamo l’intensificazione non del conflitto bellico in Ucraina, ma del canale diplomatico.

Forza Italia prende parola subito dopo Licheri e chiede una sospensione di 1 ora e mezza, poi rilancia di una mezz’ora in più, il Presidente dichiara che manca ancora un intervento, quello di Augussori (che rinuncerà al suo intervento dopo la sospensione) e viene comunque accolta la richiesta di sospensione benché alcuni gruppi si dissocino.

***

Una replica breve quella del Presidente Draghi, come lamentato anche dall’onorevole Candiani della Lega al rientro in aula del Senato.
In primo luogo ha ringraziato “tutti coloro che hanno sostenuto l’operato del governo con lealtà”. Il secondo punto era su “le osservazioni fatte dagli onorevoli senatori Casini, Gasparri, Santanchè e Licheri”.
Rilegge quanto da lui stesso pronunciato, cioè ribadisce una posizione, non si presta ad un dialogo con le posizioni diverse dalle sue, ma non manca di spiegare quali le motivazioni:

A questo punto esistevano due possibilità, presentarmi in aula, dichiarare le mie dimissioni, lasciare un intervento ed andar via senza voto.
Il sostegno che ho visto nel Paese, la mobilitazione, rileggo [cita nuovamente sé stesso] “di cittadini, associazioni e territori, a favore della prosecuzione del governo è senza precedenti, è impossibile da ignorare”.

Perché il governo non è entrato nello jus soli, jus scholae, cannabis, dl zan… ? Voglio esser chiaro, siccome questo è stato un rimprovero […] Perchè il governo ha deciso di non intervenire? Per la sua natura di governo fondato su un’ampia coalizione da alcuni chiamata “di unità nazionale” nei temi di origine parlamentare.

Sfiora il tema del salario minimo, sul reddito di cittadinanza spende due frasi e sul Superbonus rimanda le responsabilità a coloro che “senza discernimento” hanno disegnato i meccanismi di cessione.

[sul Superbonus] bisogna riparare al malfatto, bisogna tirar fuori dai pasticci quelle migliaia di imprese che si trovano in difficoltà. Non ho veramente molto altro da dire e chiedo che sia posta la fiducia sulla proposta di risoluzione presentata dal senatore Casini. [a scapito di quella presentata da Calderoli, Bernini, Romeo, Di Poli].

Sembrava fosse per lui tempo perso, quello speso a dialogare con il parlamento, tanto da ridurre a pochi asciutti punti la sua replica.

Si rientra più vigorosi di prima, e dopo qualche intervento, arriva quello dell’on. Mattia Crucioli:

presidente Draghi […] le sue parole avevano il suono delle monete false, monete false che lei ha sparso a piene mani a partire dai motivi che lei ha ricordato, per giustificare la nascita del suo governo. […] Certo, i motivi dichiarati erano quelli di gestire le emergenze, ma il motivo reale era di assicurare anche in Italia, come in tutti i Paesi-satellite degli USA, l’ubbidienza agli ordini che sarebbero stati impartiti in previsione dello scontro il blocco asiatico.

Il suo insediamento a palazzo Chigi va infatti collocato in un contesto molto più ampio rispetto a quello meramente nazionale. Nel 2020 l’elezioni americane con la vittoria dei democratici hanno segnato il riavvio della politica egemonica degli USA, quale Paese cardine dell’Ordine Mondiale capace di influenzare le politica di tutti i Paesi, l’abbandono della dottrina dell’America First di Trump e fine del multilateralismo. Questa ripresa richiedeva una politica aggressiva e prevedeva uno scontro con l’oriente e Russia e Cina in primis e quindi un rafforzamento della Nato e il controllo di tutti i Paesi Vassalli.

Ecco perché secondo l’onorevole Matteo Crucioli il governo Conte è stato fatto cadere: a seguito dei negoziati per la via della seta. Goldaman Sachs, G30, Banca Mondiale, ossìa il “passato” di Draghi, sono la sola garanzia che gli interessa difendere:

Questo è il vero motivo per cui lei è stato posto a capo del governo: garantire l’esecuzione degli ordini atlantici in questa piccola provincia dell’impero e in questo periodo di scontro aperto per l’egemonia mondiale. Dell’interesse dei cittadini italiani di cui lei si è riempito la bocca stamattina lei si è sempre disinteressato compeltamente. Fare i nostri interessi non è il suo compito effettivo e non è in cima alle sue proprietà. I suoi compiti le sue priorità sono garantire l’esecuzione degli ordini che le vengono impartiti, per quanto controproducenti essi siano.
Da questi obbiettivi deriva il disprezzo che lei ha dimostrato nei confronti di questo parlamento, manifestato attraverso l’uso continuo di decreti-legge e fiducie, le forzatura sui tempi anche per provvedimenti di rilevanza scellerati come la contro-riforma della giustizia.

Voi potrete continuare a mentire dicendo che la pace passa dal condizionatore, millantare i prodigi del PNRR, ma se le famiglie non arriveranno a fine mese e i lavoratori perderanno il lavoro, le vostre bugie saranno vane. […] State inculcando [al Paese] la mentalità degli schiavi.
La nostra sovranità e la nostra libertà ben valgono la necessita di affrontare la tempesta.

Lei presidente non occupi più quel ruolo dal quale può fare ancora tanto danno, allo spirito e agli interessi degli italiani.

E conclude che se non sarà il parlamento, saranno le giuste forze politiche a guidare i cittadini, affinché siano direttamente loro a cacciarlo.

Le piazze a suo favore non sono ignorabili, ma lei ha sempre ignorato le piazze che chiedevano di far cessare la barbarie del Green Pass sul lavoro e quella della guerra.

E poi l’on. Ciampolillo che sul premier dichiara di non voler votare per la fiducia:

I partiti che lo sostengono hanno contribuito al crollo del Paese. Questo è un voto delle banche per le banche.

On. Paola Nugnes rimarca che la “democrazia è in grave pericolo”, e poi l’on. Paragone

Quanta Grecia intravedo nel suo discorso odierno, austerità e ingiustizia sociale, questo è il suo credo, subalternità all’atlantismo. Ogni arma in più è un giorno in meno nella ricerca della pace. […] Il tempo dei nominati è finito, è ora di tornare al voto!

“Nulla sarà più come prima”, dal canto suo, Matteo Renzi questo pomeriggio al Senato, ma specificando a ragion veduta “da domani mattina”, per oggi è andata come al solito. E’ passata la legge.

Mi chiedevo solo una cosa: ma se tutti i presenti avessero votato, cioè 192, la maggioranza avrebbe avuto bisogno di 97 SI, e ne ha ricevuti invece solo 95, e sarebbero potuti essere invece 97 a votare NO.
E soprattutto, Zuliani rientrato tra una chiama e l’altra, così all’improvviso, avrebbe fatto la differenza in quel caso?

Verdiana Siddi

 

 

 

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