Colpire la Russia con le sanzioni? Bene, un modo per farle riempire ancora di più il portafoglio
Tratto da: scenarieconomici
Facciamo un confronto fra le partite correnti della Russia e degli USA , che non sono sottoposti a sanzione. Le Partite correnti contabilizzano i flussi monetari in entrata legati a surplus commerciali e trasferimenti monetari
Prima la Russia.
Ed ora gli USA.
La domanda ovvia è: a chi fanno male le sanzioni? Chi si trova nella situazione di NON dipendere dall’export degli altri, ma di rendere il mondo dipendente dal proprio? Magari perchè non ha una economia particolarmente avanzata, ma intanto così vanno le cose.
Un calcolo di un think tank tedesco ha rilevato che le entrate russe di petrolio e gas hanno raggiunto un record ad aprile, salendo a 1,8 trilioni di rubli in un solo mese, dopo 1,2 trilioni di marzo, portando alle seguenti incredibili statistiche “Dopo soli 4 mesi, il bilancio federale russo ha già ricevuto il 50% delle entrate previste per il petrolio e il gas per il 2022 (9,5 trilioni)”. Di questo bisogna ringraziare anche le sanzioni che hanno fatto impazzire i prezzi.
New data! #Russia‘s oil and gas revenues hit another record high in April. 1.8 trillion rubles in a single month, after 1.2 trillion in March. After only 4 months, Russia’s federal #budget has now already received 50% of the planned oil and gas revenue for 2022 (9.5 trillion). pic.twitter.com/DKUGClchWG
— Janis Kluge (@jakluge) May 6, 2022
Oggi, Bloomberg ha confermato questa straordinaria statistica e, citando l’ultimo rapporto dell’Aie, scrive che le entrate petrolifere russe sono aumentate del 50% quest’anno “anche se le restrizioni commerciali in seguito all’escalation militare in Ucraina hanno spinto molte raffinerie a evitare le sue forniture”. Apparentemente le restrizioni – che hanno spinto il prezzo del petrolio al livello più alto in un decennio e aumentato le entrate per gli esportatori di petrolio – sono esattamente ciò che Putin sperava di ottenere.
Mosca ha guadagnato circa 20 miliardi di dollari al mese nel 2022 dalle vendite combinate di greggio e prodotti per un importo di circa 8 milioni di barili al giorno, ha affermato l’IEA con sede a Parigi nel suo rapporto mensile di mercato.
Come abbiamo documentato frequentemente, le spedizioni russe hanno continuato a fluire liberamente anche mentre l’Unione Europea si avvicina al divieto di importazione e le major petrolifere internazionali come Shell e TotalEnergies si sono impegnate a cessare gli acquisti. Contrastando queste sanzioni autoimposte, l’Asia è rimasta un cliente grato e interessato, con Cina e India che raccolgono carichi non più desiderati in Europa e lo fanno con un enorme sconto da individuare.
Non solo: la riduzione di output delle raffinerie russe ha messo in crisi le forniture di carburante diesel di mezzo mondo, mandando ulteriormente i prezzi alle stelle.
Nonostante tutte le interruzioni, Mosca ha continuato a beneficiare di una manna finanziaria rispetto ai primi quattro mesi del 2021. Nonostante la pubblica censura dell’UE quest’anno le entrate totali delle esportazioni di petrolio sono aumentate del 50%.
Certo, magari nel medio periodo le sanzioni colpiranno la Russia facendo ridurre il suo output petrolifero. Intanto radono al suolo l’occidente. lo riducono ad un ammasso di macerie industriali e finanziarie. Perché prima di fare una politica bisognerebbe calcolarne gli effetti, cosa che a Bruxelles non fanno mai.
Tratto da: scenarieconomici
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