Nota e traduzione di Eliseo Bertolasi
Una serie di esplosioni ha avuto luogo a Tiraspol nell’edificio del Ministero della Sicurezza di Stato (MGB) della non riconosciuta Repubblica Moldava di Pridnestrovie (Transnistria). Lo ha riferito il 25 aprile un corrispondente di RIA Novosti.
Secondo testimoni oculari, si sono sentiti dei colpi potenti. Le finestre degli edifici adiacenti sono state danneggiate. Nei paraggi dell’edificio del MGB il traffico è stato bloccato. Ci sono auto della polizia, ambulanze, soccorritori e vigili del fuoco.
Numerosi canali Telegram hanno pubblicato immagini di testimoni oculari che mostrano l’impiego di due lanciagranate sulla strada accanto all’edificio.
Il deputato del Consiglio supremo della Pridnestrovie Andrei Safonov, ha riferito a TASS che sull’edificio hanno sparato con lanciagranate a mano. Secondo la sua opinione, questo è un tentativo di seminare panico e paura in Pridnestrovie. Il parlamentare ha aggiunto che il piano d’“intercettazione” è ora in fase di attuazione.
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Nella stessa giornata, poco prima, il viceministro degli Esteri russo Andrej Rudenko aveva appena affermato che Mosca non vede i rischi di un’escalation della situazione in Pridnestrovie. Secondo Rudenko, la Russia è per “una soluzione pacifica del problema della Pridnestrovie, nel rispetto dell’integrità territoriale della Moldavia e dello status speciale di questa regione nella sua composizione”.
Prima d’allora, il 17 marzo, Elena Panina, direttrice dell’Istituto per le strategie politiche ed economiche internazionali RUSSTRAT, aveva dichiarato a Izvestija che il ritiro delle Forze di Pace russe dalla Pridnestrovie avrebbe portato a conseguenze catastrofiche per la Moldavia. Secondo lei, in tal caso, sarebbe completamente reale “la minaccia di un’invasione del territorio della Moldavia e della Pridnestrovie da parte dei miliziani dei battaglioni nazionali ucraini e delle unità rimanenti delle Forze Armate ucraine, che potrebbe portare a un’occupazione a tutti gli effetti”.
La Pridnestrovie, i cui abitanti sono per il 60% russi e ucraini, ha chiesto la secessione dalla Moldavia già prima del crollo dell’URSS, temendo che sull’onda del nazionalismo, la Moldavia si sarebbe unita alla Romania. Nel 1992, dopo un tentativo fallito da parte delle autorità moldave di risolvere il problema con la forza, la Pridnestrovie è diventata di fatto un territorio fuori dal controllato di Chisinau.
Tratto da: Controinformazione.info
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