Di Roberta De Carolis
Non è la guerra in Ucraina ad aver incrementato la nostra esportazione di armi; il nostro Paese, già nel 2021, era balzato dal sesto al quarto posto, superando anche la Cina. Siamo a un passo da un triste podio su cui non vorremmo proprio salire. Lo mostrano i dati dello Stockholm International Peace Research Institut.
Ebbene sì, il Paese che ripudia la guerra e condanna le atrocità altrui è il quarto esportatore di armi al mondo, sopra la Cina e poco sotto la Russia (al primo posto gli Usa). Cioè noi condanniamo fermamente, a parole, le atrocità della guerra e poi lucriamo con la vendita degli strumenti senza i quali le guerre non potrebbero essere combattute. La triste classifica dello Stockholm International Peace Research Institute ci vede a un passo dal podio, dopo aver registrato un balzo di due posizioni tra il 2020 e il 2021. E no, la guerra in Ucraina evidentemente non c’entra.
Inutile dire che l’incremento della percentuale del PIL dedicata all’industria bellica, presumibilmente, non farà che peggiorare le cose. Con le nostre tasse finanziamo sempre più quelle atrocità che vorremmo non vedere.
Ci domandiamo davvero verso quale meta ci porterà questa strada.
Avremmo preferito gare di altro tipo e preferivamo di gran lunga i nostri podi alle Olimpiadi, alle Paralimpiadi e alle competizioni internazionali dei più disparati sport. E invece si parla di armi, che l’Italia esporta più della Cina e appena meno della Russia (gli Usa restano saldamente e largamente in testa).
Tratto da: GreenMe
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