Tratto da: Antimafiaduemila
Studio dell’agenzia di comunicazione di Klaus Davi
Anche la guerra può essere un affare per le nostre mafie. Ne è convinto il Procuratore nazionale antimafia, Federico Cafiero de Raho. “La guerra in Ucraina determinerà profili di operatività della criminalità organizzata, che di certo non dovrà rispettare i canali bancari per le proprie liquidità“. Una situazione ideale che per le cosche, che con i loro mercati paralleli superano qualsiasi sanzione, blocco e controllo delle autorità internazionali. “Ogni volta che c’è un’emergenza le mafie tentano di sfruttare i canali in cui potersi infiltrare e trarne profitti, un meccanismo di vantaggio per le mafie che si è replicato e che nella storia giudiziaria è stato ripetutamente rilevato“, ha aggiunto de Raho, che ha anche ricordato un episodio avvenuto dopo un evento come la caduta del muro di Berlino. Al tempo, infatti, vi fu un’intercettazione tra mafiosi in cui uno diceva a l’altro: “Vai a comprare tutto quello che puoi“.
E quel “Kaufen” (comprare, ndr) venne ripetuto come un mantra.
Sui fatturati di guerra nei territori ucraini da parte delle mafie sta compiendo uno studio l’agenzia di comunicazione di Klaus Davi, secondo la quale “nei prossimi 5 anni sarà la Ndrangheta a guadagnare di più con un +15% del fatturato complessivo, soprattutto grazie al traffico di armi, a cui si aggiungerà, secondo la proiezione, nei prossimi anni un ulteriore miliardo di euro indotto dall’esplosione del business con un +50 % del fatturato“. Anche sul fronte della droga secondo Klaus Davi ci sarà un aumento del fatturato mafioso.
Il traffico di stupefacenti complessivo valutato attualmente dall’ Osservatorio Emccda droghe solo in Europa attorno ai 30 miliardi frutterà solo alla mafia calabrese +2 miliardi di euro pari a un +12% del fatturato specifico. Secondo l’analisi la ricostruzione e il caos politico che ne deriverà faciliterà enormemente l’economia illegale data la mancanza di dialogo tra gli inquirenti come più volte segnalato dai magistrati italiani come Nicola Gratteri e Giuseppe Lombardo. Quanto all’edilizia dove non esistono stime ufficiale per la mancata cooperazione degli stati interessati si stima un +7% pari a poco meno di un miliardo. La Ndrangheta guadagnerà anche grazie agli investimenti finanziari ‘legali’ con un +5% di introiti stimabili attorno ai 2 % miliardi di euro.
Il business dell’energia (gas, oleodotti) frutterà la stessa cifra e un netto incremento nel settore specifico del 12%. E dopo il business del caos, le cosche saranno pronte anche al dopoguerra, con la ricostruzione e tutti i tentativi di infiltrazione.
“Le mafie sono già attive – ha detto Klaus Davi – come dimostrano diverse indagini di varie Procure della Repubblica. Le cosche Nirta Strangio di San Luca, le cosche Pesce Bellocco di Rosarno, le cosche della Ionica e Reggine sono le più forti nelle relazioni con le mafie orientali essendosi insediate della ex DDR fin dagli anni 90. Le mafie sono tradizionalmente alleate con le mafie balcaniche e dell’est come dimostrano diverse indagini e la piattaforma di questi collegamenti è Milano dove diverse indagini hanno dimostrato i contatti fra i De Stefano di Reggio Calabria e la mafia balcanica“.
Tratto da: Antimafiaduemila
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