Seppo Niemi
greatpowerrelations.com
Tratto da: Comedonchisciotte.org
Questo articolo studia lo stato del dollaro USA come valuta di riserva della finanza internazionale e del sistema monetario, il significato dello SWIFT, dei servizi di messaggistica finanziaria, nonché il processo di de-dollarizzazione gestito da Russia e Cina. Le ultime informazioni dicono che Russia e Cina stanno accelerando il processo di de-dollarizzazione, che avrà un impatto fondamentale sullo stato di valuta di riserva del dollaro USA. Il declino fatale del dollaro USA sarà esaminato nello studio seguente.
Introduzione
La crisi in Ucraina è stata un titolo permanente dei media per diversi mesi. L’amministrazione Biden ha continuato a suonare campanelli d’allarme lanciando giorno dopo giorno slogan come “imminente invasione russa” basati su intelligence statunitense non verificata. I media mainstream occidentali si sono uniti a questo intensa campagna guerrafondaia. Forse alcuni dei lettori hanno riflettuto di cosa si tratta.
Sul mio sito c’è il testo, che sembra essere vero, più che mai.
“Benvenuto nell’esplorazione dell’affascinante mondo delle Grandi Potenze. Imparerai a capire che molte cose non sono come sembrano”.
Quando si studia la situazione attuale senza fermarsi alla superficie, è possibile comprendere il particolare disagio, persino il panico, nell’amministrazione statunitense. La NATO e l’UE, non comprendendo la questione essenziale, stanno entusiasticamente pasticciando con gli Stati Uniti.
Per quanto riguarda la disperazione degli Stati Uniti, la vera questione non è né l’Ucraina né l’accordo di sicurezza dell’Europa, ma semplicemente lo status del dollaro e, di conseguenza, la condizione degli Stati Uniti come grande potenza. La questione è solo questa. Ecco perché gli Stati Uniti si oppongono con tanta veemenza al gasdotto Nord Stream 2, perché quel gas verrebbe prezzato in euro invece che in dollari.
Lo studio seguente analizza l’intero processo (stato del dollaro e de-dollarizzazione) e termina con le opzioni possibili.
Stato della valuta di riserva
Lo status del dollaro USA come principale valuta di riserva internazionale, dopo la Seconda Guerra Mondiale è stato, ed è oggi, il fattore più importante alla base della posizione degli Stati Uniti come la più grande forza militare a livello globale. A questo si deve anche la competizione tra le grandi potenze e i mutamenti di polarità del sistema internazionale (testo base sull’argomento disponibile qui).
Lo status di valuta di riserva ha consentito agli Stati Uniti di accumulare un’imponente montagna di debito federale che ammonta ad oltre 30 trilioni di dollari (all’inizio del 2022), senza doversi preoccupare della propria stabilità finanziaria o dell’eventuale rimborso, almeno fino ad ora. Il rapporto debito/PIL degli Stati Uniti supera il 130%, portando gli Stati Uniti nella categoria degli “stati fortemente indebitati”.
Il processo attraverso cui il dollaro USA ha raggiunto lo stato di valuta di riserva
Il sistema Bretton-Woods 1946-1971
Dalla Seconda Guerra Mondiale in poi il sistema finanziario internazionale è stato governato da un accordo formale, il Bretton Woods System, firmato da 44 nazioni alla conferenza di Bretton Woods del 1944. In base a questo accordo, il dollaro USA era stato deliberatamente scelto come ancora del sistema monetario internazionale.
Il debito del Tesoro USA sostituisce il Gold Exchange Standard nel 1971
Il Tesoro statunitense aveva mantenuto stabile il tasso di cambio del dollaro, vendendo oro tramite il London Gold Pool, a 35 dollari l’oncia. Infine, nell’agosto 1971, il presidente Nixon aveva arrestato l’emorragia aurea chiudendo il Gold Pool e bloccando la convertibilità in oro del dollaro (il cosiddetto shock Nixon), dichiarando il dollaro una valuta fluttuante. La sospensione della convertibilità dei dollari aveva segnato la fine del sistema di Bretton Woods. Anche le altre principali valute avevano subito forti pressioni finché, all’inizio del 1973, erano diventate tutte fluttuanti.
Nascita del petrodollaro nel 1974-1975 e riciclaggio del petrodollaro
La crisi petrolifera del 1973 aveva ulteriormente fissato il valore del dollaro come risultato di questo shock petrolifero, portando l’Arabia Saudita e i paesi OPEC a concludere un accordo segreto con Washington, il cui principale artefice era stato il leggendario Segretario di Stato del presidente Nixon, il dottor Henry Kissinger. In cambio della protezione politica e militare di Washington, i Paesi dell’OPEC erano tenuti a vendere petrolio solo in dollari. Il riciclaggio di petrodollari è il processo attraverso cui le nazioni esportatrici di petrolio, guadagnando più denaro di quanto potrebbero investire nella propria economia, investono il surplus in titoli di debito statunitensi. Il termine “riciclaggio dei petrodollari” era stato coniato da Henry Kissinger.
SWIFT
La Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (SWIFT) è una società con sede in Belgio, ed è il fornitore globale di servizi di messaggistica finanziaria sicura, che copre oltre 200 Paesi e regioni, nonché 11.000 banche e istituzioni finanziarie.
Dopo l’attacco terroristico dell’11 settembre a New York (2001), il governo degli Stati Uniti aveva fatto pressioni sulla SWIFT affinchè consentisse alle autorità americane l’accesso ai dati bancari, al fine di monitorare, controllare e frenare le transazioni valutarie internazionali a scopi terroristici. Alla fine, SWIFT aveva concesso alle autorità statunitensi l’accesso esclusivo ai dati e ben presto gli Stati Uniti avevano iniziato ad utilizzarli anche per altri scopi, in particolare per sanzioni motivate politicamente.
Gli Stati Uniti hanno ottenuto un vantaggio strategico senza precedenti
Questo status del dollaro ha permesso agli Stati Uniti di ottenere un vantaggio strategico senza precedenti sui loro oppositori geopolitici (inizialmente l’URSS, ora Russia e Cina), vale a dire, una capacità di spesa in dollari praticamente illimitata, accumulando tuttavia un debito pubblico siderale (oltre 30 trilioni di dollari a inizio 2022). Ciò ha consentito al governo degli Stati Uniti e al Pentagono di stabilire, costruire e mantenere un complesso militare-industriale e forze militari che coprono il mondo intero, “Command of Commons” nelle parole di Barry Posen.
Questo “indebitamento illimitato” ha consentito agli Stati Uniti “spese militari quasi illimitate”, oltre a stabilire sanzioni diverse, motivate politicamente, in tutto il mondo, secondo gli scopi politici degli Stati Uniti. Il bilancio militare degli Stati Uniti è pari alla somma dei successivi dieci nel mondo, e rappresenta circa il 40% del totale mondiale annuo.
Il ruolo del dollaro come valuta di riserva indiscussa, nonché l’accesso esclusivo ai dati SWIFT, consentono agli Stati Uniti di imporre sanzioni unilaterali, minacciare guerre commerciali ed altre azioni punitive contro qualsiasi altro Paese e attore, secondo il volere della politica statunitense.
Negli ultimi anni, la militarizzazione del dollaro ed altre armi economiche sono state usate sempre più di frequente dagli Stati Uniti, ad esempio contro Russia, Iran, Corea del Nord, Venezuela, Cina, Cuba, Nicaragua, Turchia, Libia, Siria e un certo numero di altri Paesi (anche contro gli alleati) e attori internazionali. Nel 2020 gli Stati Uniti erano in contrasto con la maggior parte dell’umanità in tutto il mondo.
Tuttavia, dopo la crisi finanziaria mondiale del 2008-2010, il processo di de-dollarizzazione ha iniziato ad accelerare il passo nell’economia mondiale. Come si è visto in precedenza, il processo di de-dollarizzazione comporta anche un significato politico e militare.
Schema di de-dollarizzazione di Russia e Cina
Questo schema congiunto è di gran lunga lo sforzo più serio e potente per detronizzare il dollaro USA, sebbene ci siano stati altri tentativi in precedenza.
Le misure nazionali della Russia
Piano ufficiale di de-dollarizzazione dell’economia russa, 2018-2024.
Nel settembre 2018, il presidente della banca russa VTB Andrey Kostin ha svelato il suo piano in quattro parti per l’abbandono del dollaro USA nelle transazioni della Russia con gli stati esteri. Il capo della commissione per i mercati finanziari della Camera bassa russa, il parlamentare Anatoly Aksakov, ha sostenuto un piano per interrompere completamente l’uso del dollaro USA, osservando che il programma può essere completato in tre-cinque anni. Il ministro delle finanze russo, Anton Siluanov, aveva dichiarato nell’ottobre 2018 che il piano di de-dollarizzazione dell’economia russa era stato preparato e presentato al governo. Secondo il piano, la Russia cercherà di de-dollarizzare completamente l’economia entro il 2024.
Il programma è complicato ma il punto chiave è che gli esportatori russi che useranno i rubli invece dei dollari, otterranno enormi vantaggi fiscali, tra cui rimborsi IVA più rapidi ed altri stimoli per abbandonare il dollaro. La Russia passerà gradualmente ad un tale sistema di pagamenti internazionali, che implicherà il pagamento in rubli per le merci russe acquistate sul mercato mondiale e riguarderà esclusivamente petrolio, gas e armamenti. La Russia creerà un nuovo sistema di pagamento (SPFS) che non può essere controllato dagli Stati Uniti (l’alternativa allo SWIFT). Lo sviluppo di questo sistema è stato avviato nel 2015 ed è stato testato dal 2017.
Le crescenti riserve valutarie della Russia e il basso debito
Gli acquisti di oro della Russia sono stati a livelli record negli ultimi cinque anni, facendo della Russia il primo acquirente e il quinto detentore di oro monetario al mondo. C’è stato un forte spostamento da dollari USA a euro, yuan e yen nell’assortimento di valute estere detenute dalla Banca centrale russa. La Russia ha liquidato quasi tutti i suoi buoni del tesoro statunitensi e le altre forme di debito statunitense e investe in oro. L’importo totale delle riserve forex aveva superato i 620 miliardi di dollari alla fine dell’autunno 2021, classificando la Russia al quinto posto nel mondo. Il rapporto debito pubblico/PIL della Russia è di circa il 17%, uno dei più bassi al mondo. Un bilancio statale in pareggio o in eccedenza è un altro motivo per cui la Russia non ha bisogno di contrarre prestiti all’estero.
La Banca centrale russa (CBR) ha mantenuto il principio “minore è il debito, minori sono le possibilità di insolvenza”. La motivazione fondamentale alla base della “politica del basso debito, delle riserve elevate e di una crescita economica moderata” è lo sforzo deliberato e volontario di “teflonizzare” l’economia nazionale russa contro sanzioni esterne e altre misure punitive. La strategia è progettata per evitare che si ripeta il 2014, quando l’Occidente aveva imposto sanzioni a Mosca e il rublo era precipitato.
Le misure nazionali della Cina
Il conflitto commerciale in corso tra Stati Uniti e Cina, nonché le sanzioni contro le entità cinesi, hanno costretto la Cina ad adottare misure per alleviare la dipendenza dal dollaro della seconda economia più grande del mondo. Il governo cinese non ha fatto clamore sulla questione. Tuttavia, la People’s Bank of China (PBOC) ha regolarmente ridotto la quota dei Treasury statunitensi, essendo ancora il secondo detentore straniero del debito sovrano statunitense. La Cina, come la Russia, ha iniziato a sviluppare la propria piattaforma di pagamento estero (CIPS), un sistema concorrente a SWIFT. La prova del sistema è in corso dal 2019.
Inoltre, invece di scaricare immediatamente il dollaro, la Cina sta cercando di internazionalizzare la propria valuta, lo yuan, che è stato incluso nel paniere del FMI insieme al dollaro USA, allo yen giapponese, all’euro e alla sterlina britannica. Pechino ha recentemente compiuto diversi passi verso il rafforzamento dello yuan, incluso l’accumulo di riserve auree, il lancio di futures sul greggio nominati in yuan e l’utilizzo della propria valuta nel commercio con i partner internazionali. Durante i Giochi Olimpici del 2022, la Cina ha ufficialmente lanciando uno yuan digitale, che, ovviamente, fa parte dell’agenda di internazionalizzazione dello yuan. Lo yuan digitale è diventato rapidamente molto popolare, oltre 140 milioni di portafogli personali erano già stati aperti in Cina alla fine del 2021.
Nell’ambito della sua Belt and Road Initiative (BRI), la Cina ha in programma di introdurre strutture di scambio nei Paesi partecipanti per promuovere l’uso dello yuan. Inoltre, la Cina sta attivamente spingendo per un maggiore utilizzo dello yuan e delle valute nazionali nel contesto dell’accordo chiamato Regional Comprehensive Economic Partnership (RCEP), che include i Paesi del sud-est asiatico. L’RCEP comprende 16 Paesi firmatari e forma un’unione di quasi 3,4 miliardi di persone basata su un’economia combinata di 50 trilioni di dollari, che rappresenta quasi il 40% del PIL mondiale.
Nell’ambito di altre associazioni multinazionali, come BRICS, SCO e EAEU, oltre che negli scambi bilaterali, sia la Cina che la Russia puntano di proposito ad utilizzare sempre più la valute nazionali anziché dollari USA. Questa procedura è già in uso nel commercio con India, Iran, Turchia, UE, Giappone e numerosi Paesi africani.
Cina: stimolo monetario forte, mentre l’Occidente fa l’esatto contrario
Dichiarazioni recenti sulla de-dollarizzazione
In un crescente contrasto tra Oriente e Occidente, Russia e Cina stanno valutando sempre di più l’utilizzo delle proprie valute in accordi reciproci e nella ricerca di modi per contrastare le sanzioni, ha rivelato l’inviato di Mosca a Pechino all’inizio di febbraio 2022. Andrey Denisov ha commentato sull’impatto degli embarghi imposti dalle nazioni occidentali sui legami tra le due nazioni. Secondo l’inviato, “non è un caso che negli ultimi anni si sia parlato sempre più di un ampio utilizzo delle valute nazionali nel regolamento delle transazioni di commercio estero”.
A dicembre, il consigliere per la politica estera del presidente Vladimir Putin, Yuri Ushakov, ha rivelato che il leader russo e il suo omologo cinese, Xi Jinping, avevano promesso di sviluppare strutture finanziarie condivise per consentire alle due nazioni di approfondire i loro legami economici, senza l’interferenza di Paesi terzi. La mossa sembrava essere una risposta ad una serie di avvertimenti provenienti dall’Occidente, secondo cui Mosca potrebbe essere tagliata fuori dal sistema di pagamento internazionale SWIFT con sede a Bruxelles, come misura punitiva se le truppe russe dovessero organizzare un’invasione dell’Ucraina.
L’anno scorso, il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, aveva affermato che le due nazioni “devono abbandonare l’uso dei sistemi di pagamento internazionali controllati dall’Occidente”. Le sue osservazioni avevano fatto eco ai precedenti commenti del suo vice, Sergey Ryabkov, che aveva dichiarato alla rivista economica Bloomberg che era necessario “barricarsi contro il sistema finanziario ed economico statunitense per eliminare la dipendenza da questa fonte tossica di azioni ostili permanenti” e “ridimensionare il ruolo del dollaro in qualsiasi operazione”.
Giovedì 3 febbraio 2022, l’agenzia di stampa Xinhua ha pubblicato un articolo firmato dal presidente Putin intitolato “Russia e Cina: un partenariato strategico orientato al futuro”, in cui si dice: “Stiamo costantemente espandendo gli accordi nelle valute nazionali e creando meccanismi per compensare il negativo impatto delle sanzioni unilaterali. Un’importante pietra miliare in questo lavoro è stata la firma nel 2019 di un accordo tra il governo russo e il governo cinese su pagamenti e compensazioni”.
La piattaforma di pagamento congiunta Cina-Russia, dicembre 2021
Nel recente vertice a distanza Putin – Xi del 15 dicembre 2021, Russia e Cina hanno promesso di sviluppare nuove strutture finanziarie condivise per consentire alle parti di approfondire i legami economici in modalità che gli stati stranieri non fossero in grado di influenzare. La piattaforma di pagamento è alla base della stragrande maggioranza delle transazioni internazionali. Il lavoro per la sostituzione del sistema SWIFT con un sistema congiunto sino-russo è in corso in entrambi i paesi dal 2015 (SPFS russo e CIPS cinese).
Durante i colloqui di dicembre 2021, Putin e Xi hanno chiesto di aumentare la quota delle valute nazionali negli accordi reciproci e di ampliare la cooperazione per fornire agli investitori russi e cinesi l’accesso ai loro mercati azionari. Sia la Russia che la Cina si stanno allontanando sempre più dall’utilizzo del dollaro USA come valuta principale del commercio internazionale, utilizzando invece le proprie denominazioni per sostenere il volume in forte espansione del commercio Mosca-Pechino. Questa traiettoria sta ora accelerando, la quota del dollaro nel loro commercio bilaterale era di circa il 90% nel 2015, mentre, nel 2021, era di poco superiore al 40%.
Vertice Russia-Iran, gennaio 2022
Il vertice Russia-Iran alla fine di gennaio 2022 in Russia, in concomitanza con le esercitazioni della marina Russia-Iran-Cina nel Mar di Oman, prima dell’incontro Xi-Putin dell’inizio di febbraio a Pechino, suggerisce una visione strategica in rapida evoluzione per le tre potenze eurasiatiche.
Il tema chiave all’ordine del giorno era “un documento sulla cooperazione strategica” tra Iran e Russia. Questa road map sarà la base del nuovo accordo di partenariato strategico ventennale che sarà finalizzato, ovviamente, nel 2022. Tale procedura è infatti un aggiornamento di un precedente trattato di cooperazione ventennale firmato nel 2001, originariamente inteso per durare 10 anni e poi prorogato due volte, ogni volta per cinque anni.
Un elemento chiave della nuova partnership strategica ventennale tra i due vicini sarà sicuramente una rete di compensazione con sede in Eurasia e progettata per competere con SWIFT, il sistema di messaggistica globale interbancario. Una volta che il sistema sarà operativo, ovviamente nel 2022, sarà perfetto per l’Iran, che vuole fortemente aumentare gli scambi con la Russia ma rimane ostacolato dalle sanzioni statunitensi. L’Iran ha già firmato accordi commerciali ed è coinvolto nello sviluppo strategico a lungo termine sia con la Russia che con la Cina.
Vertice russo-cinese di Pechino, 4 febbraio 2022
Il presidente Xi Jinping e il suo omologo Vladimir Putin hanno tenuto colloqui a Pechino e hanno preso parte alla cerimonia di apertura dei XXIV Giochi Olimpici Invernali. È stata pubblicata una dichiarazione congiunta, basata sui loro colloqui.
Sia la Russia che la Cina si oppongono all’interferenza nei loro affari interni, il che è conforme a tutti i principi della pace westfaliana. Un importante componenete di tale decisione è l’espansione del ruolo delle valute nazionali e il mantenimento di meccanismi per compensare l’impatto delle sanzioni unilaterali degli Stati Uniti. Questo è un punto molto importante.
Gli Stati Uniti hanno costantemente utilizzato il ruolo centrale del dollaro USA nel commercio internazionale come veicolo per influenzare le politiche nazionali dei Paesi costretti ad utilizzare il dollaro. Questo sta cambiando e il ritmo del cambiamento dovrebbe crescere nei prossimi anni poiché sempre più Paesi abbandonano il dollaro come mezzo di pagamento del commercio internazionale.
Nella dichiarazione congiunta non vi è alcun riferimento dettagliato alla de-dollarizzazione, ma alcuni punti del documento sono rilevanti al riguardo:
Le parti stanno cercando di portare avanti il loro lavoro per collegare i piani di sviluppo per l’Unione economica eurasiatica e l’iniziativa Belt and Road al fine di intensificare la cooperazione pratica tra l’EAEU e la Cina in vari settori e promuovere una maggiore interconnessione tra le regioni dell’Asia del Pacifico e dell’Eurasia. Le parti riaffermano il loro impegno alla costruzione della Greater Eurasian Partnership in parallelo e in coordinamento con la costruzione della Belt and Road per promuovere lo sviluppo delle associazioni regionali e dei processi di integrazione bilaterale e multilaterale a beneficio dei popoli del continente eurasiatico.
Le parti sostengono un partenariato strategico approfondito all’interno dei BRICS, promuovono un’ampia cooperazione in tre aree principali: politica e sicurezza, economia e finanza e scambi umanitari. In particolare, Russia e Cina intendono incoraggiare l’interazione nei settori della salute pubblica, dell’economia digitale, della scienza, dell’innovazione e della tecnologia, comprese le tecnologie di intelligenza artificiale, nonché il maggiore coordinamento tra i paesi BRICS sulle piattaforme internazionali.
Le parti contribuiranno a conferire una nuova dinamica all’interazione economica tra gli Stati membri della SCO nei settori del commercio, della produzione, dei trasporti, dell’energia, della finanza, degli investimenti, dell’agricoltura, delle dogane, delle telecomunicazioni, dell’innovazione e di altri settori di reciproco interesse, anche attraverso l’uso di tecnologie avanzate, a basso consumo di risorse, efficienti dal punto di vista energetico ed ecologiche.
Senza dubbio questi punti si riferiscono all’ampia base di utenti della futura “alternativa a SWIFT”.
Tagliare la Russia da SWIFT
Con l’infittirsi delle dichiarazioni negli Stati Uniti e nell’Unione Europea sull’esclusione della Russia dalla rete globale SWIFT come “sanzione infernale” a causa dell’invasione russa in Ucraina, l’interesse è puntato alle reti alternative che la Russia può impiegare.
L’SPFS è l’equivalente russo di SWIFT ed è stato sviluppato dalla Banca centrale russa a partire dal 2015, dopo che il governo degli Stati Uniti aveva minacciato di disconnettere la Russia dal sistema SWIFT.
La prima transazione sulla rete SPFS che ha coinvolto un’impresa non bancaria è stata eseguita a dicembre 2017. A marzo 2018, oltre 400 istituzioni russe (principalmente banche) facevano già parte della rete, il che significa che il sistema SPFS supporta transazioni intra-russe. Tuttavia, il problema con qualsiasi disconnessione SWIFT sarebbe l’assenza di connettività internazionale. Questo pone l’interrogativo su quanto velocemente la Russia sarebbe in grado di integrare SPFS con altri sistemi, e se gli Stati Uniti applicherebbero o meno sanzioni anche ai Paesi che si collegano a SPFS.
Mentre l’SPFS russo può essere tre volte più economico di SWIFT, l’attuale rete è operativa solo durante l’orario di lavoro nei giorni feriali e i suoi messaggi hanno una dimensione limitata a 20kb. SWIFT, invece, funziona 24 ore su 24, 7 giorni su 7 e consente la trasmissione di 10 MB attraverso la sua rete.
Ora c’è un piano per integrare la rete russa SPFS con il sistema di pagamenti interbancari transfrontalieri (CIPS) con sede in Cina, mentre il governo russo è anche in trattative per espandere SPFS ad altri Paesi, come Turchia e Iran. Dal 2019 sono stati raggiunti numerosi accordi anche per collegare SPFS ai sistemi di pagamento di Cina, India, Iran, nonché ai Paesi EAEU Armenia, Bielorussia, Kazakistan, Kirghizistan. L’EAEU ha anche accordi di libero scambio con Serbia, Singapore e Vietnam e molti altri accordi in sospeso. Alla fine del 2020, 23 banche estere erano sono collegate all’SPFS, tra cui quelle di Armenia, Bielorussia, Germania, Kazakistan, Kirghizistan e Svizzera.
La posta in gioco nel disconnettere la Russia è alta e aumenterebbe sicuramente il rischio di un’invasione russa in Ucraina, e porterebbe gradualmente la sua economia nell’Unione economica eurasiatica. Renderebbe più intensa una nuova Guerra Fredda, con sistemi reciprocamente disconnessi. Il commercio dell’UE e l’energia dalla Russia sarebbero messi a rischio e dovrebbero essere sostituiti dagli Stati Uniti, il che significa che i prezzi al consumo dell’UE aumenterebbero in modo significativo.
Forse prevedendo problemi in arrivo, la Bielorussia, che confina sia con la Russia che con l’Ucraina, ha iniziato il processo di disconnessione dei propri sistemi finanziari dalla rete SWIFT, per collegarli invece all’alternativa del Sistema per il trasferimento di messaggi finanziari (SPFS) della Russia.
Un’ulteriore incognita è la velocità e l’ampiezza con cui il sistema SPFS russo può essere integrato con altri sistemi, come il CIPS cinese.
Il sistema di pagamento interbancario transfrontaliero cinese (CIPS)
Il sistema di pagamento interbancario transfrontaliero (CIPS) è un sistema di pagamento che offre servizi di compensazione e regolamento ai partecipanti ai pagamenti e alle operazioni transfrontaliere eseguite in RMB. È un’importante infrastruttura del mercato finanziario in Cina. La fase I del CIPS era diventata operativa bell’ottobre 2015. Il primo gruppo di partecipanti diretti includeva 19 banche cinesi ed estere e 176 partecipanti indiretti di 47 Paesi e regioni. Nel marzo 2016, il CIPS ha firmato un protocollo d’intesa con SWIFT per l’implementazione di SWIFT come canale di comunicazione per la connessione del CIPS con i membri di SWIFT.
Il CIPS non facilita il trasferimento di fondi, invia ordini di pagamento, che devono essere regolati da conti di corrispondenza interbancari. Ogni istituto finanziario, per effettuare operazioni bancarie e poter usufruire di tali caratteristiche commerciali deve essere una banca o deve affiliarsi ad altre banche.
Tuttavia, nel luglio 2015 era stato riferito che lo sviluppo del CIPS sarebbe stato limitato agli accordi commerciali transfrontalieri in yuan anziché includere le transazioni relative al capitale. Inoltre, alcuni problemi tecnici avevano ritardato il progetto. Oggi CIPS può offrire una rete complementare per il regolamento di accordi commerciali in valuta cinese.
Italia. L’allarme stavolta è sia sulla produzione che sui consumi
Il sistema di pagamento congiunto russo cinese
Nel recente vertice in teleconferenza Putin – Xi del 15 dicembre 2021, Russia e Cina hanno promesso di sviluppare nuove strutture finanziarie condivise per consentire alle parti di approfondire i propri legami economici in modalità ininfluenzabili da stati stranieri. La piattaforma di pagamento è alla base della stragrande maggioranza delle transazioni internazionali. Il lavoro di sostituzione del sistema SWIFT con un sistema congiunto sino-russo è in corso in entrambi i paesi dal 2015 (SPFS russo e CIPS cinese).
La mossa sembra essere una risposta ad una serie di recenti avvertimenti secondo cui le nazioni occidentali potrebbero decidere di disconnettere la Russia dal sistema finanziario SWIFT con sede a Bruxelles come forma di sanzione. Quando questo nuovo sistema congiunto sarà disponibile, senza dubbio atirerà anche un gran numero di altri Paesi. Le banche più importanti di entrambi i Paesi adotteranno il sistema, così come quelle dell’Eurasia e dell’Asia che fanno affari con loro e poi un gran numero di banche del Sud del mondo. SWIFT, a lungo termine, sarà utilizzato solo in casi eccezionali, se Cina e Russia faranno a modo loro. Pertanto, è stata prestata particolare attenzione alla necessità di intensificare ulteriormente gli sforzi per formare un’infrastruttura finanziaria indipendente a servizio delle operazioni commerciali tra Russia e Cina, il che significa creare un’infrastruttura che non possa essere influenzata da Paesi terzi.
Ovviamente, lo scopo di questo progetto congiunto sino-russo è creare una rete di compensazione su base eurasiatica progettata per competere con SWIFT, il sistema di messaggistica globale tra le banche. A partire da Russia, Iran e Cina (RIC), questo meccanismo ha il potenziale per unire le nazioni della Shanghai Cooperation Organization (SCO), dell’Eurasia Economic Union (EAEU), dell’ASEAN, dei BRICS e di altre organizzazioni regionali di commercio/sicurezza. Il peso geo-economico combinato di tutti questi attori attirerà inevitabilmente molti altri Paesi nel Sud del mondo e persino in Europa.
La base per questo esiste già. La Cina ha lanciato il suo sistema di pagamento interbancario transfrontaliero (CIPS) nel 2015, utilizzando lo yuan. La Russia ha sviluppato il suo sistema per il trasferimento di messaggi finanziari (SPFS). Costruire un sistema finanziario russo-cinese indipendente collegando i due sistemi nazionali esistenti non dovrebbe essere un problema insormontabile, visto che in entrambi i Paesi sono disponibili competenze di alto livello. Una domanda aperta è la scelta della valuta standard, possibilmente lo yuan.
Una volta che il nuovo sistema sarà operativo,forse già nel 2022, sarebbe perfetto anche per l’Iran, che desidera aumentare gli scambi con la Russia ma rimane ostacolato dalle sanzioni statunitensi. L’Iran ha già firmato accordi commerciali ed è coinvolto nello sviluppo strategico a lungo termine sia con la Russia che con la Cina.
La posizione economica degli Stati Uniti, le ultime informazioni
Il ruolo centrale del dollaro nei mercati finanziari mondiali ha rispecchiato sia la fiducia nella leadership americana che l’assenza di alternative ragionevoli. Questo ruolo ora deve affrontare rischi estesi e crescenti. Un segno è l’indebolimento della fiducia nella capacità dell’America di tenere insieme il sistema.
L’indebitamento degli Stati Uniti è stato negli ultimi quattro anni a livelli molto allarmanti, il debito federale ha superato i 30 trilioni di dollari all’inizio del 2022 e anche tutti gli altri settori della società americana hanno livelli di indebitamento record. Il disavanzo del bilancio federale supera ora il trilione per anno fiscale 2021 e sta aumentando. Lo squilibrio tra entrate e uscite è sbalorditivo, in particolare le spese militari sembrano schiaccianti.
Nel 2021, il disavanzo commerciale degli Stati Uniti in beni e servizi è salito, con l’aumento delle importazioni, alla cifra record di 859 miliardi di dollari, ha riferito il Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti. Le importazioni statunitensi sono aumentate del 20,5%, arrivando a 3,39 trilioni di dollari nel 2021, mentre le esportazioni sono aumentate del 18,5%, attestandosi a 2,53 trilioni di dollari, sempre secondo il dipartimento.
Nel 2021 l’economia statunitense è cresciuta del 5,7%, grazie principalmente ai massicci pacchetti di sostegno fiscale e monetario dell’amministrazione Biden (finanziamento del debito al 100%), a seguito di una contrazione del 3,4% indotta dalla pandemia nel 2020, secondo il dipartimento. Anche l’aumento dell’inflazione sta giocando un ruolo crescente nell’economia statunitense. L’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti è aumentato del 7,5% a gennaio rispetto all’anno precedente, il più grande aumento in 12 mesi degli ultimi 40 anni.
Il futuro del dollaro USA e il suo ruolo nella diplomazia finanziaria
Sebbene il Fondo monetario internazionale (FMI) sia stato il principale forum mondiale per la promozione della cooperazione monetaria internazionale, e mantenga un kit di strumenti essenziali a tale scopo (DSP e fondi affiliati), il Fondo non è stato pienamente in grado di far fronte alle carenze dell’attuale sistema basato sul dollaro. Nel contesto della crisi finanziaria mondiale nell’autunno 2009, l’UNCTAD ha pubblicato un rapporto chiedendo una nuova valuta di riserva basata sui DSP [diritti speciali di prelievo, n.d.t.], gestita da una nuova banca di riserva globale. Il FMI ha pubblicato un rapporto nel febbraio 2011, affermando che l’utilizzo dei DSP potrebbe aiutare a stabilizzare il sistema finanziario globale.
Il potere e lo stato della valuta di riserva dipendono in definitiva dalla fiducia nelle intenzioni dell’emittente
Gli Stati Uniti e i loro alleati militari e politici hanno negoziato per decenni allo scopo di creare le politiche e le istituzioni monetarie e finanziarie attuali. Mentre il potere dell’esercito americano è stato in grado di forzare la “Pax America” in tutto il mondo, la Federal Reserve e il Tesoro statunitensi hanno svolto un ruolo fondamentale nella stabilizzazione dei mercati finanziari.
Ma ora… è in atto una trasformazione storica e la fine del dollaro USA sembra essere inevitabile. Sia i fattori interni che quelli esterni, come studiato nella sezione What If, Part 2, stanno indicando in modo spaventoso ma realistico la caduta irreversibile della società americana e del dollaro USA.
La stragrande maggioranza degli attuali economisti occidentali e degli altri esperti economici non è stata in grado di comprendere o accettare la possibilità che l’attuale status di valuta di riserva internazionale (il dollaro USA) possa in qualche modo decadere, o addirittura crollare.
Lo schema congiunto sino-russo di de-dollarizzazione è stato lasciato quasi totalmente inosservato dai ricercatori occidentali. La conseguenza è che la vita di qualsiasi moneta legale, comprese le valute di riserva, non è eterna.
Cosa accadra dopo?
Come affermato sopra, nel video vertice del 15 dicembre 2021, Putin e Xi hanno promesso di sviluppare una piattaforma di pagamento congiunta sino-russa (alternativa allo SWIFT) e di aumentare significativamente le valute nazionali nel loro commercio bilaterale e anche nel loro commercio internazionale.
Lo scopo di questo progetto congiunto sino-russo è quello di creare una rete, con base eurasiatica, progettata per competere con SWIFT, il sistema di messaggistica globale tra le banche. A partire da Russia, Iran e Cina (RIC), questo meccanismo ha il potenziale per unire le nazioni della Shanghai Cooperation Organization (SCO), dell’Eurasia Economic Union (EAEU), dell’ASEAN, dei BRICS e di altre organizzazioni regionali di commercio/sicurezza. Il peso geo-economico combinato di tutti questi attori attirerà inevitabilmente molti altri nel Sud del mondo e persino in Europa.
Quando questa nuova piattaforma verrà rilasciata, ovviamente nel 2022, avrà conseguenze e ramificazioni profonde e fondamentali, non solo nel mercato valutario ma nell’intero equilibrio di potere tra le grandi potenze. Tutte le certezze saranno rimesse in gioco.
Seppo Niemi
Fonte: greatpowerrelations.com
Tratto da: Comedonchisciotte.org
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