Luca Attanasio: la storia di un ambasciatore senza pace

Luca Attanasio: la storia di un ambasciatore senza pace

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Di Vivere Informati

Ieri 22 febbraio, sul campo di calcio a 7 dell’oratorio San Giorgio in via Mazzini, frequentato da Luca Attanasio quando era bambino, si è disputato un torneo triangolare vinto dalla Nazionale Cantanti. Numerose le presenze di familiari, amici e personaggi famosi che hanno voluto omaggiare l’ambasciatore.

“Chiediamo giustizia. Luca non è morto in seguito a un tentato rapimento finito male, ma è stata un’esecuzione e si devono scoprire gli eventuali mandanti e il movente del delitto”. Il papà dell’ambasciatore italiano ucciso in Congo, Salvatore Attanasio, ha parlato nella giornata di ieri nel giorno del primo anniversario della morte del figlio.
L’inchiesta è ancora in corso. “Luca è stato raggiunto da tre colpi all’addome – prosegue il padre – , uno ha provocato un’emorragia ed è morto dopo 50 minuti all’ospedale di Goma: so che chiedeva aiuto ma non sono riusciti a fermare l’emorragia”.
Le dichiarazioni del padre di Attanasio fanno emergere la necessità di scoprire definitivamente ciò che si cela dietro alla sua morte: è un dovere della giustizia dare una risposta e concludere le indagini per onorare chi per questo paese ha lasciato la famiglia e le proprie abitudini in cambio della vita, e se questo non accadrà, Luca Attanasio rimarrà definitivamente un ambasciatore senza pace.

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