Piccole imprese, Cina e Forum di Davos: un po’ di chiarezza

Piccole imprese, Cina e Forum di Davos: un po’ di chiarezza

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Di Pasquale Cicalese

La Cina ha adottato fortissime misure fiscali a favore delle micro, piccole e medie imprese cinesi, imitando il modello italiano del dopoguerra.

E’ una strategia schumpeteriana volta a favore piccole realtà innovative che possano fungere da fornitrici di innovazione per le grandi imprese pubbliche e private. Così succedeva in Italia.

Il Forum di Davos invece vuole stroncare tutte le piccole realtà a favore delle multinazionali. Si dice che in questo Schwab, Presidente del Forum di Davos, sia molto attratto dal modello cinese. Ma evidentemente costui non lo conosce affatto o prende solo alcuni aspetti.

In realtà da decenni, in varie missioni, funzionari cinesi hanno chiesto a colleghi italiani come funziona il settore dell’artigianato e delle piccole imprese, insomma il “Made in Italy” di cui loro sono fortissimi ammiratori. Avendo nei decenni favorito le mega realtà, i cinesi si sono accorti negli ultimi anni di non avere artigiani e micro imprenditori. La svolta c’è stata lo scorso anno, e continua tuttora, quando hanno dato 142 miliardi di dollari di taglio delle tasse a queste realtà. Ora il futuro CLN di cui ho parlato ieri dovrà difendere a tutti i costi le piccole realtà italiane, asse portante dell’industria nostra.

E a Schwab e al Forum di Davos fargli presente questo articolo apparso su Xinhua oggi e pubblicato dal Quotidiano del Popolo. Buona lettura.

“La borsa di Pechino vede miglioramenti nel servire le piccole imprese nel 2021 (Xinhua)

La Cina ha fatto passi avanti nella riforma della Borsa di Pechino (BSE) e del National Equities Exchange and Quotations, noto anche come il “nuovo terzo consiglio”, con una migliore capacità di servire le piccole imprese e l’economia reale l’anno scorso. Alla fine del 2021, un totale di 6.932 aziende erano quotate nel nuovo terzo consiglio, comprese oltre 1.000 imprese che soddisfacevano le condizioni finanziarie della borsa di Pechino, secondo un rapporto pubblicato dalla BSE. Da quando la Cina ha annunciato la decisione di istituire la BSE nel settembre dello scorso anno, il numero di aziende che hanno chiesto la quotazione nel nuovo terzo consiglio è aumentato del 46% anno su anno, osserva il rapporto. Dopo il debutto il 15 novembre dello scorso anno, alla fine dell’anno erano quotate alla BSE un totale di 82 aziende, l’87% delle quali proveniva da industrie strategiche emergenti, manifatturiere avanzate e servizi moderni. La borsa, una piattaforma al servizio delle piccole e medie imprese orientate all’innovazione, adotta il sistema di offerta pubblica iniziale basato sulla registrazione, in linea con il consiglio per l’innovazione sci-tech in stile Nasdaq alla Borsa di Shanghai, e il ChiNext, ad alto contenuto tecnologico mercato della borsa di Shenzhen”.

Tratto da: L’Antidoplomatico

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