Di Sergio Cararo
L’Unione Europea si prepara alla competizione globale su tutti i terreni, incluso quello politico-militare. Lo ha reso noto ieri Draghi intervenendo al Senato per le comunicazioni alla vigilia del Consiglio europeo di oggi, e nelle quali ha evocato esplicitamente il “salto di qualità” che l’Unione Europea sta facendo in materia di politica militare per completare la sua struttura di polo imperialista.
“La Bussola Strategica può avvicinarci a un’autentica difesa europea e favorire la costruzione di una cultura strategica comune” – ha affermato Draghi al Senato – “Vogliamo migliorare le capacità di gestione di crisi legate a minacce ibride, cibernetiche e alla disinformazione. Proteggere al meglio gli spazi geo-strategici oggetto di contestazioni – dai mari allo spazio”, ha detto Draghi.
Inoltre, “servirà a pianificare meglio gli investimenti per sviluppare le nostre capacità di difesa, incluse le tecnologie emergenti”, facendolo “in modo coordinato, tramite la cooperazione e il supporto tra partner”.
Ma cosa significa “Bussola Strategica?”
E’ il nome assegnato (Strategic Compass, ndr)) alla bozza recentemente circolata del Documento per la Sicurezza e la Difesa che rivela un livello d’ambizione notevole per l’Unione europea, per poter agire in modo concreto, e se necessario autonomamente, in “un mondo sempre più ostile”.
L’Unione Europea a marzo 2022 adotterà il documento che dovrà fungere da guida operativa per lo sviluppo di politiche comuni di sicurezza e difesa e del processo decisionale ad esse legato.
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La bozza della Bussola Strategica è stata scritta dal Servizio europeo per l’azione esterna (Seae, in pratica i servizi segreti comuni europei, ndr), ed è in discussione tra gli Stati membri della Ue perché si arrivi ad un documento finale condiviso.
“Il negoziato continuerà anche dopo il Consiglio europeo: intendiamo adottare la Bussola strategica a marzo 2022. Questa dovrà servire da stimolo per rafforzare la politica estera europea”, ha spiegato Draghi, secondo cui “servono innanzitutto meccanismi decisionali efficaci in materia di politica estera, di sicurezza e difesa, a partire dal superamento del principio dell’unanimità, che troppo spesso rallenta l’azione europea”.
Lo stesso vale per i meccanismi decisionali di impiego militare, ha proseguito il presidente del Consiglio. La capacità europea di pronto schieramento di circa 5 mila unità, proposta nella bozza della Bussola, “richiede una struttura chiara e compiti ben definiti”.
“È un primo passo importante, a cui dovrà seguire in futuro una mobilitazione maggiore, accompagnata da risorse finanziarie adeguate. Anche i processi di analisi delle minacce e di intelligence da parte delle agenzie degli Stati membri devono seguire processi più strutturati e rigorosi. Dobbiamo tenere conto anche delle sfide nell’ambito della sicurezza che provengono dal Mediterraneo allargato”, ha sottolineato.
Bisogna inoltre garantire l’interoperabilità degli strumenti militari europei con la Nato, a detta del premier. “Un’Unione europea più forte, meglio coordinata e più autonoma dal punto di vista della politica estera è un vantaggio per l’Alleanza atlantica e per il mondo intero. Il Consiglio Ue manderà un segnale di impegno per rafforzare il partenariato strategico con la Nato. È fondamentale per la nostra sicurezza, anche di fronte a nuove minacce come quelle cibernetiche.
La terza Dichiarazione congiunta sulla cooperazione tra l’Ue e la Nato, che chiediamo sia negoziata e sottoscritta in tempi rapidi, deve tenere conto di queste sfide”, ha spiegato Draghi.
Adesso la questione è tutta sul campo e non riguarda più solo gli addetti ai lavori. Da marzo l’Unione Europea – e l’Italia – avranno un volto e una struttura molto diversa da quella fino ad oggi guardata con un eccesso di superficialità. E l’imperialismo europeo non sarà affatto diverso da quello statunitense.
Tratto da: Contropiano.org
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