Rincari sui combustibili, bollette dell’elettricità che schizzano verso l’alto, spese sempre più insostenibili. E così mentre il governo parla di un’Italia che riparte e guarda con ottimismo al futuro, molte aziende rischiano di chiudere i battenti per sempre. Con settori già messi in ginocchio, a partire dall’industria delle cartiere, quella che produce fazzoletti, pannolini, fogli e tovaglioli. Guido Pasquini, presidente del gruppo Tissue di Assocarta, ha già parlato di “tempesta perfetta”, denunciando le tante difficoltà che si sono abbattute sugli imprenditori del ramo. Un allarme confermato alle pagine di Libero Quotidiano da Cristina Calamari di Cartiera Calcarta, azienda di Lucca: “Le bollette energetiche sono aumentate di cinque volte tanto. La situazione è cambiata a settembre, molto velocemente. Nel giro di un mese è aumentato tutto, anche le bollette sui rifiuti”. A salire è stato innanzitutto il prezzo del gas, denunciano gli imprenditori, a causa del nuovo contratto termico che ha iniziato a decorrere da ottobre. Le spese di novembre, relative al mese precedente, saranno così più alte “anche del 65%”.
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Gas: La UE ha voluto costringere Putin ad andare sul mercato “spot”. Adesso paga lo scotto
Libero Quotidiano ha raccolto la testimonianza di imprenditori messi in ginocchio dai rincari. Tra le tante, quelle di chi giura di aver ricevuto bollette “di un milione e 600 mila euro contro i 400 mila dello scorso anno: ci siamo ritrovati a pagare più del doppio”. Una crisi che, come detto, si è abbattuta su alcuni settori in particolare, con alcune cartiere di Lucca che hanno già deciso di tirare giù le saracinesche per sempre: “Noi pagavamo 70 mila euro di gas, ora è cinque volte tanto” è stato il commento del titolare di una delle aziende ora chiuse. A pesare sulle tasche degli imprenditori non è soltanto l’aumento del gas, ma anche quello dell’energia elettrica, le quote C02, le materie prime. Una mazzata insostenibilie, con alcune aziende che si sono già rivolte al ministero dello Sviluppo Economico per mettere in cassa integrazione i propri dipendenti con la causale “caro energia”. Le più esposte sono quelle che consumano grandi quantità di elettricità: oltre alla già citata carta anche ceramiche, vetro, gomma, plastica. Tutti settori ora fortemente a rischio.
Tratto da: Ilparagone.it
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