Di Rosita Cipolla
I costi della farina continuano letteralmente a lievitare. Una situazione preoccupante che rischia di mettere in ginocchio la ripartenza dei consumi nel nostro Paese. Si preannunciano delle feste natalizie amare, a causa dei rincari fino all’80% sui prodotti di panificazione, inclusi panettone e pandoro, che quest’anno potrebbero avere un costo maggiorato del 20%.
Sulla vicenda è intervenuta Fiesa Assopanificatori Confesercenti, chiedendo l’apertura di un’indagine parlamentare conoscitiva sull’andamento dei prezzi delle farine e delle materie prime, comprese quelle energetiche ed interventi del Governo di taglio delle tasse e degli oneri di sistema.
L’auspicio è che la dinamica rialzista si arresti e consenta di programmare e lavorare per le produzioni natalizie in un clima di fiducia per i consumatori. – ha dichiarato Davide Trombini, Presidente nazionale di Fiesa Assopanificatori Confesercenti – Non possiamo permetterci di bruciare le prossime festività per mantenere in
equilibrio le gestioni dei forni e l’occupazione.
Prezzi delle farine (e non solo) alle stelle
Ma da cosa sono provocati questi rincari senza precedenti? Quest’anno a livello mondiale la produzione di frumento è calata del 2,1%, principalmente a causa della forte siccità estiva, il caldo record e la scarsità di pioggia, che hanno causato danni al settore dell’agricoltura.
Nel Nord America, una delle aree maggiormente colpita dal caldo estremo la scorsa estate, la produzione di grano ha avuto un crollo 27% in Canada e del 46% negli Stati Uniti, rispetto al 2020.
Il prezzo delle farine di frumento tenero segna, a settembre 2021, un incremento del 20% rispetto a settembre 2020; il prezzo delle semole di frumento duro cresce in un anno del 66%. – spiega il Presidente Fiesa Assopanificatori Confesercenti – Se mettiamo a confronto il prezzo della prima settimana di ottobre 2021 con quello di ottobre 2020, le farine di frumento tenero arrivano a 511,50 €/T ossia +24% e le semole di frumento duro a 731,70 €/T ossia +81%. Stessa dinamica al rialzo per benzine e gasolio che, rispetto al mese di ottobre del 2020, hanno avuto un incremento del 24% medio con ripercussioni su tutta la catena distributiva, dal momento che le merci viaggiano per quasi il 90% su gomma e i costi della logistica coprono un terzo del prezzo finale dei prodotti agro-alimentari. E non va certo meglio per Gpl e Metano che hanno avuto autentiche impennate dei prezzi.
Fonte: Fiesa Assopanificatori Confesercenti, GreenMe
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