Come è ormai noto, dal 15 ottobre e fino a fine anno in Italia entrerà in vigore l’obbligo di esibire il green pass per tutti i lavoratori. Tra le varie follie che seguiranno a questa misura fortemente voluta dal governo, ci sarà anche quella relativa al rischio di blocco di 80.000 camion in Italia, con tutto quello che ne consegue per il commercio e per l’approvvigionamento di merci per imprese e cittadini. La stima, “ottimistica”, è quella dell’associazione Trasportounito secondo cui – come si legge su La Verità – “ci sono alte probabilità che il settore del trasporto su gomma finisca per paralizzarsi a causa delle difficoltà che questo comparto dovrà affrontare con l’obbligo del Green pass”.
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La stima riguarda solo i camion dell’autotrasporto, non i mezzi delle singole imprese che girano per il nostro Paese. “Secondo quanto ci arriva dai nostri associati, c’è la concreta possibilità che si veda quello che noi chiamiamo un fermo tecnico”, spiega alla Verità, Maurizio Longo, segretario generale dell’associazione che riunisce le aziende dell’autotrasporto. “Il problema è che il nostro settore, come molti, si basa sulla pianificazione. Il trasporto viene sempre pianificato, infatti, in modo che il camion non viaggi mai a vuoto. Si chiama triangolazione. Se da Palermo devo portare qualcosa a Milano, facciamo sempre in modo di tornare con un carico che dal Nord arrivi al Sud. Un mezzo vuoto per noi significa perdita netta di fatturato”, dice Longo. “Con l’obbligo di esibire il Green pass i tempi si allungano per tutta la filiera e il rischio è che l’autista debba attendere per avere il camion pieno una volta giunto all’arrivo. Questo significa perdita di molti soldi per il settore e così molti potrebbero decidere di non lavorare. A queste condizioni, potrebbe comportare meno danni per il giro d’affari”. Anche perché il problema è quello di non poter garantire le clausole previste dal contratto di trasporto merci. La pianificazione sarà impossibile perché ogni giorno sarà impossibile sapere in anticipo quante persone potranno lavorare e quante no.
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Sarà quindi difficile sapere con certezza quando potranno partire le merci, creando un danno alle aziende. L’obbligo del green pass, sostiene Longo è dunque impraticabile senza portare gravi danni economici al settore. “C’è un mero problema di concorrenza. Il nostro è un comparto popolato anche da aziende straniere. Società che hanno sede in Paesi dove l’obbligo del green pass non c’è. Per queste aziende le difficoltà del mercato italiano sono una manna dal cielo perché creano più spazi di manovra per i competitor in arrivo dall’estero”, conclude amaramente Longo.
Tratto da: Ilparagone.it
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