Gli attivisti per la pace e i diritti umani hanno espresso la loro forte denuncia contro una proposta di contratto di supporto militare per l’Arabia Saudita, definendo l’accordo un tradimento della promessa di Biden di porre fine al sostegno degli Stati Uniti alla devastante guerra che, dal marzo 2015, l’Arabia Saudita e i suoi alleati portano avanti contro lo Yemen.
Il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti ha annunciato, giovedì scorso, l’approvazione della vendita di equipaggiamento militare all’Arabia Saudita per un costo stimato di 500 milioni di dollari.
Il contratto di servizi di manutenzione copre le attività della flotta saudita di elicotteri AH-64D/E, UH-60L, UH-60M Black Hawk, Schweizer 333 e Bell 406CS, nonché la sua futura flotta di CH-47F Chinook,
“Questo infrange la promessa dell’amministrazione Biden di porre fine al sostegno degli Stati Uniti alla tragica guerra in Yemen”, ha twittato ieri il direttore esecutivo di Action for Peace Jon Rainwater, criticando anche “il Dipartimento di Stato che definisce l’Arabia Saudita un ‘paese amico’”.
A sua volta, Jeff Abramson, investigatore per il controllo e i trasferimenti degli armamenti convenzionali presso l’Associazione per il controllo degli armamenti con sede a Washington, ha accusato il governo Biden di essere in malafede nell’affermare di aver sostenuto la fine del blocco dello Yemen.
“Se gli Stati Uniti sono seriamente intenzionati a porre fine al blocco dello Yemen e a non fornire ‘armi offensive’ all’Arabia Saudita, di certo non stanno usando la loro influenza quando pianificano un accordo da 500 milioni di dollari per continuare il servizio di manutenzione per gli elicotteri sauditi”, ha scritto su Twitter.
Inoltre, Erik Sperling, direttore esecutivo di Foreign Policy, un gruppo di sensibilizzazione sul conflitto in Yemen, sullo stesso social network, ha pubblicato una serie di rapporti che raccontano le atrocità commesse dalla cosiddetta coalizione guidata da Riad nello Yemen, utilizzando elicotteri militari.
Tratto da: L’Antidiplomatico