Israele tortura un prigioniero palestinese e gli provoca la morte cerebrale
Uno dei prigionieri palestinesi evaso da un carcere israeliano, dichiarato morto cerebralmente a causa delle torture subite durante l’interrogatorio dopo il suo nuovo arresto.
Zakaria al-Zubaidi, uno dei sei palestinesi che lunedì 6 settembre hanno violato il sistema di sicurezza israeliano per evadere da un carcere di massima sicurezza, è stato picchiato e torturato dalle forze di sicurezza israeliane dopo essere stato catturato e, di conseguenza, è stato ricoverato in un ospedale dove nella giornata di lunedì ne è stata riscontrata la morte cerebrale.
Secondo Yibril al-Zubaidi, fratello del prigioniero palestinese, Zakaria è stato dichiarato cerebralmente morto a causa delle torture praticate dall’esercito sionista dopo il suo nuovo arresto, come riportato dai media palestinesi e dai social network.
In precedenza, Jibril aveva denunciato che suo fratello era stato sottoposto alla “forma più dura di tortura” con l’elettricità in prigione oltre chee ad aver subito dagli agenti dell’occupazione israeliana la frattura di una gamba. Altra forma di tortura riportata sarebbe stata quella di togliere il sonno al prigioniero.
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“Le autorità di occupazione israeliane si rifiutano di fornire informazioni sullo stato di salute di Zakaria e degli altri tre fuggitivi recuperati e impediscono loro di incontrare i loro avvocati”, queste le dichiarazioni di Yahia al-Zubaidi, un altro fratello di Zakaria, citato dall’agenzia di stato.
Zakaria al-Zubaidi è uno dei leader di spicco delle Brigate dei martiri di Al-Aqsa, un ramo militare del Movimento di liberazione nazionale palestinese (Al-Fatah) della regione di Jenin, incarcerato da anni nelle carceri israeliane senza processo.
Secondo l’agenzia di stampa palestinese Wafa, Hasan Abed Rabbo, portavoce del Comitato per gli affari dei detenuti palestinesi, aveva riferito che dopo l’arresto di Zakaria in una città del nord dei territori occupati, le forze israeliane lo hanno picchiato pesantemente; denunciando che gli israeliani non hanno permesso agli avvocati di visitare i quattro prigionieri, rendendo impossibile verificare i rapporti sul loro stato di salute forniti dallo Shin Bet, l’agenzia di sicurezza israeliana.
Le dure condizioni che Israele impone ai prigionieri palestinesi equivalgono a una punizione collettiva oltre che a delle violazioni dei più semplici diritti dell’uomo, ma nell’occidente esportatore di democrazia e libertà a giorni alterni pare non interessare la condizione dei palestinesi.
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Fonte: Hispan Tv, Controinformazione (Luciano Lago)
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