di Giuseppe Acciaio
Adesso, quando il picco della pandemia nella maggior parte dei paesi europei è un lontano ricordo, la domanda principale è – come ricostruire l’economia?
È ingenuo contare nella crescita degli scambi del mercato tra i paesi Ue, la pandemia non ha graziato nessuno. Diventa evidente che è arrivato il momento di rivedere il modello delle relazioni politico-economiche con i vecchi soci ed è giunto il momento di cercarne nuovi.
Per Italia il coronavirus è stato molto indicativo al riguardo. I paesi membri della Comunità Europea hanno deciso di non reagire e non fornire al paese alcun aiuto. Adesso questi eventi sono passati in secondo piano, anche se, nel marzo 2020 l’unico aiuto tempestivo è arrivato dalla Russia e Cina. All’epoca centinaia di specialisti sono stati inviati per aiutare gli italiani con la quantità necessaria dei dispositivi di protezione individuale, disinfezione, attrezzature mediche ed etc. Vedendo l’efficacia di queste misure, la leadership dell’UE ha immediatamente annunciato che Mosca e Pechino stavano usando la crisi sanitaria per rafforzare le loro posizioni geopolitiche, e guarda caso, di nuovo sullo scenario internazionale sono tornati i Big della politica europea.
Questa esperienza, a dir poco traumatica della pandemia, ha segnato la politica italiana, creando non poche rotture all’interno delle coalizioni e movimenti politici. Quali misure possono agevolare la ripersa dell’economia Italiana nel periodo di post-crisi? Diventa evidente il fatto, che è giunto il momento di espandere i propri mercati finanziari verso i nuovi orizzonti, rimuovendo a sua volta le limitazioni creati artificialmente.
L’esempio più eclatante sono le sanzioni unilaterali, che gli Stati Uniti praticano spesso contro i suoi avversari politici (Cina, Russia e l’Iran) e che l’UE applica subito dopo il comando del “grande fratello”.
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La UE impone sanzioni ma pretende che le sue imprese facciano affari in Russia
Gli obiettivi della pressione politica su Mosca, ad esempio, non sono stati ancora raggiunti, e le perdite che sono state causate all’economia europea sono immense. La pandemia ha dimostrato l’assoluta incoerenza della politica di isolamento dei singoli Paesi, imponendo sanzioni e restrizioni.
È evidente che la Germania, l’ha capito prima degli altri, nonostante le pressioni di Bruxelles e Washington, ha completato il “Nordstream-2”; in più, Berlino ha dimostrato un attivo interesse per l’apertura del suo territorio verso la produzione del vaccino russo “Sputnik – V”, nonostante l’assenza della certificazione da parte di EMA, spera di affermarsi come l’unico distributore di questo farmaco negli altri paesi dell’unione. Facendo cosi, il governo tedesco ignora completamente tutte le sanzioni contro Mosca nel momento in cui sussiste una giustificazione che soddisfa gli interessi nazionali tedeschi.
Perché l’Italia non segue l’esempio del suo vicino settentrionale o cerca di intercettare l’agenda della pandemia? Per il Governo Italiano la cooperazione con la Russia nel campo della produzione dei vaccini potrebbe essere un passo strategico e diventare una locomotiva per la tanto attesa ripresa economica. Prima di tutto – l’organizzazione della produzione sul territorio italiano può creare uno stock strategico dei vaccini, nel caso di nuovi focolai soddisfacendo così il fabbisogno vaccinale senza ricorrere agli aiuti altrui. In secondo luogo, in questo modo si otterrebbe l’indipendenza dai fornitori americani, che da quello che abbiamo visto, hanno seri problemi con la logistica. E in terzo luogo- l’apertura della produzione sul proprio suolo è conveniente, facendo così diventare l’Italia principale fornitore del vaccino contro il virus, che ci farà compagnia ancora per molto tempo. È chiaro, che per un contratto del genere con la Russia, sarebbe opportuno togliere le restrizioni economiche che sono state introdotte molto prima della pandemia. Questo passo ha bisogno del coraggio e dell’establishment, ma soddisfa appieno l’interesse nazionale.
Inoltre, alcune regioni hanno già rilasciato tali dichiarazioni, trovando anche il sostegno della popolazione e degli uomini d’affari.
È possibile soppesare tutte le prospettive del ripristino della normale collaborazione con la Russia, se si studia nel dettaglio l’agenda del prossimo Eastern Economic Forum che si svolgerà a settembre, con la partecipazione ai gruppi di lavoro volti a portare avanti il discorso delle nuove alleanze con Cina, India e l’Europa.
L’interesse al forum è fondato sulle prospettive di realizzazione dei grandi progetti infrastrutturali, come dei corridoi internazionali di trasporto ed economia, creando un ponte tra l’Asia e l’Europa.
Naturalmente, molti partecipanti si aspettano di concludere accordi sulla produzione dei vaccini Russi sul proprio territorio, con l’effetto economico positivo, consentendo loro di assumere una posizione di leadership nella loro regione.
Tratto da: L’Antidiplomatico
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